«La tragedia della funivia del Faito ha ferito la nostra terra in modo profondissimo. Ha scosso Vico Equense, Castellammare di Stabia, la penisola sorrentina, l’intera Campania. Ma soprattutto ha spezzato quattro vite, lasciandone una trafitta da dolore e speranza. Il mio primo pensiero ogni volta che alzo la testa e guardo Faito è per loro. Perché certe ferite non si rimarginano mai, restano con noi.»
Sono parole che l’ex sindaco di Vico Equense, Gennaro Cinque, oggi candidato al Consiglio regionale della Campania con la Lega, ha condiviso in un lungo colloquio a Roma con il vicepresidente del Consiglio dei Ministri Matteo Salvini.
«L’inchiesta sta facendo emergere responsabilità, negligenze, omissioni. E tutto ciò rende ancora più amaro il dolore, perché quell’impianto era stato riaperto da poco dopo la manutenzione stagionale. Ma mentre la giustizia compie il proprio cammino, necessario, doveroso, noi abbiamo l'obbligo di guardare avanti con coraggio e con amore verso questo territorio.»
Per Gennaro Cinque, il Monte Faito non è solo un luogo. È un sentimento. È casa. È identità.
«Il Faito è un patrimonio naturale unico, una terrazza sospesa tra cielo e mare, che domina il golfo con la sua natura incontaminata e i suoi panorami che mozzano il fiato. Eppure resta isolato. La funivia non è un semplice mezzo di trasporto: è il ponte che unisce le nostre città a quella montagna che fa parte della nostro tessuto territoriale e identitario. È vita, è turismo, è economia, è pace, è futuro. E noi non possiamo permettere che resti abbandonato.»
Per questo Cinque ha rivolto al Ministro Salvini tre richieste chiare, che nascono non dalla politica, ma dall’amore per una comunità:
«Ho chiesto trasparenza assoluta nell’accertamento delle cause e delle responsabilità. Ho chiesto un piano di ripristino che metta la sicurezza al primo posto, senza compromessi, con tecnologie avanzate e controlli rigorosi. Ho chiesto lo sblocco immediato delle risorse necessarie per un ammodernamento che renda la funivia un’infrastruttura affidabile, tecnologicamente avanzata, sicura e degna di un territorio che ha dato tanto alla Campania e all’Italia.»
Poi la conclusione, che è insieme una promessa e un impegno: «Il Faito deve tornare a vivere. Deve tornare ad essere raggiunto da famiglie, lavoratori, turisti, escursionisti, innamorati della natura. Ma questo potrà avvenire solo se sapremo garantire sicurezza e rispetto per questa montagna che per molti di noi non è soltanto un luogo, ma un pezzo di cuore.»
Il sindaco interviene dopo le ultime inchieste della Dda: «Non decido io sulla commissione d’accesso, ma il Prefetto.»