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Castellammare - Ville e Museo: la città che può rinascere dal suo patrimonio archeologico

Ville romane, museo Libero d'Orsi e l'impegno del Parco archeologico di Pompei: una rete culturale in crescita che attende una promozione più incisiva da parte dell'amministrazione comunale e della regione.

tempo di lettura: 2 min
di Alessio Esposito
10/11/2025 19:05:10

Il rilancio di Castellammare di Stabia passa anche attraverso la valorizzazione del suo patrimonio archeologico. Negli ultimi anni, infatti, le ville romane di Stabiae e il museo Libero d’Orsi sono tornati al centro dell’attenzione grazie a un importante lavoro di tutela e promozione curato dal Parco archeologico di Pompei, che ha riportato questi siti al livello di interesse che meritano.

Le due antiche dimore di epoca romana, Villa Arianna e Villa San Marco, continuano ad affascinare per la ricchezza dei mosaici, degli affreschi e degli scorci panoramici, rappresentando una delle testimonianze più suggestive della vita ai piedi del Vesuvio prima dell’eruzione del 79 d.C. L’azione del Parco ha puntato su una visione di rete, che unisce Stabiae agli altri poli dell’area vesuviana – Pompei, Oplontis, Boscoreale – creando un sistema di valorizzazione capace di generare sinergie tra cultura, ricerca e turismo.

Un ruolo chiave in questa prospettiva è affidato al Museo Archeologico Libero d’Orsi, all’interno della Reggia borbonica di Quisisana. Oggi il museo non è solo uno spazio espositivo, ma un centro vivo di conoscenza, aperto a mostre, laboratori e collaborazioni con università e istituti di ricerca. Le sale, ricche di reperti provenienti dalle ville e dai siti del territorio, restituiscono un racconto unitario e accessibile della storia antica della città.

Il lavoro di valorizzazione portato avanti dal Parco ha anche migliorato l’accessibilità dei luoghi, con un potenziamento dei collegamenti e un rinnovato impegno nella promozione culturale. Una visione che guarda al futuro e che riconosce in Castellammare un nodo strategico per la fruizione dell’intero patrimonio vesuviano.

Tuttavia, la promozione turistica locale resta un punto su cui si può e si deve fare di più. Se da un lato le attività scientifiche e organizzative del Parco hanno permesso di far emergere un patrimonio straordinario, dall’altro il marketing territoriale della città fatica ancora a inserirlo in un percorso integrato di visita e di racconto. Non si tratta di una mancanza legata a una singola amministrazione, ma di un’esigenza che da anni accompagna la storia recente della città.

Con il suo mare, il Monte Faito, la tradizione termale e un’eredità archeologica di rilevanza mondiale, Castellammare dispone di tutto per costruire un modello di turismo culturale sostenibile e identitario. Le basi ci sono: servono ora strategie di promozione coordinate, capaci di unire pubblico e privato e di posizionare la città come vero polo culturale del Golfo di Napoli.

La sfida, dunque, non è più scoprire la bellezza di Stabiae – quella è nota e riconosciuta – ma trasformarla in un racconto moderno, condiviso e duraturo, capace di far convivere memoria e sviluppo, radici e futuro.

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