"Istituiamo una commissione speciale per monitorare tutti gli affidamenti fatti quest'anno, dobbiamo verificare se ci sono società richiamate nella relazione di scioglimento dei commissari, se ci sono stato cambi di denominazione sociale dei soggetti destinatari di affidamenti diretti e in quali studi professionali hanno eletto il domicilio". È la proposta che arriva da Sandro Ruotolo, europarlamentare e consigliere comunale del PD, che nel suo intervento contesta silenzi rispetto alle tematiche da lui affrontate per la legalità e la lotta alla camorra in città. "Quando ho accettato l’invito del mio partito a candidarmi come capolista del PD alle ultime elezioni amministrative era noto a tutti che non avrei potuto assicurare una presenza continua ai lavori del Consiglio e delle commissioni perché contemporaneamente impegnato al Parlamento Europeo. - ha proseguito Ruotolo - Le mie assenze sono determinate da questo lavoro istituzionale e non certo da un mio disinteresse verso Castellammare, città che sento come mia e a cui sono legato politicamente e sentimentalmente.
Io mi sono candidato per tenere alto il livello di guardia nei confronti della camorra, in un Comune, non dobbiamo mai dimenticarlo, che è stato sciolto perché infiltrato dalle organizzazioni criminali.
Mi sono candidato per portare in Europa due vertenze importanti per il futuro della città: Fincantieri e Terme.
Ho interloquito con il Commissario Fitto sottolineando la necessità di un incontro con il sindaco di questa città; sono impegnato per promuovere un tavolo di lavoro istituzionale che assuma queste due criticità al fine di ricostruire un futuro credibile per due realtà produttive alle quali Castellammare non può e non deve rinunciare.
Questa è la verità, e allora perché questi attacchi violenti? Perché questa aggressione, questa è la parola giusta, nei miei confronti? Questa delegittimazione?
Tutto è cominciato quando ho espresso il mio apprezzamento, da solo penso, per l’operazione della procura antimafia di Napoli che ha portato all’arresto cautelare di 11 esponenti del clan D’Alessandro, sottolineando la mia preoccupazione per un presunto rapporto di parentela tra uno degli arrestati ed il consigliere Oscurato. Non esiste un reato di “parentela”, ma mi sarei aspettato una presa di posizione, un chiarimento da parte del Consigliere Oscurato e del Sindaco su questa circostanza. La risposta è stata il silenzio, il problema erano le assenze di Ruotolo.
La settimana successiva abbiamo presentato con L’Osservatorio stabiese contro la camorra, il giudice Mancuso ed il professore Brancaccio, docente della Facoltà di sociologia, il primo rapporto di studio ed analisi sul fenomeno criminale stabiese e sui possibili intrecci con il mondo politico ed imprenditoriale. Questo sforzo di ragionamento collettivo che ha coinvolto partiti, associazioni, sindacati e tantissimi giovani è stato trasmesso alla magistratura inquirente di Torre Annunziata e alla procura antimafia di Napoli. Noi non abbiamo mai voluto sostituirci al lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine, al contrario abbiamo voluto, però, affermare un’idea ed una cultura: la politica non può delegare in maniera autoassolutoria il tema del contrasto della camorra e dei suoi intrecci con una politica malata alla magistratura, questa battaglia la combattiamo insieme, ognuno facendo la sua parte. Noi non possiamo arrivare sempre dopo il lavoro dei giudici, dobbiamo arrivare prima. Noi dobbiamo studiare, approfondire, comprendere le dinamiche politiche ed elettorali. Per troppo tempo invece la politica ha fatto finta di non capire, ha girato la testa altrove in nome di opportunismi e convenienze, troppe volte il tema è stato vincere, vincere a tutti i costi. Ebbene quei costi prima o poi si pagano. Noi abbiamo provato a sviluppare una traccia di ragionamento. E su questo terreno io lancio una sfida all’intero Consiglio Comunale, alzatevi e parlate: smentitemi.
La Dia, nell’ultimo rapporto sul territorio stabiese, ci parla di una città asservita con rassegnazione alla “signoria criminale” dei D’Alessandro e dei Cesarano, con un inquinamento profondo del tessuto economico e politico. La camorra ha un forte consenso sociale in questa città, consenso che si esprime anche con i voti. Il clan D’Alessandro ha avuto la capacità di assicurare una continuità, nel tempo, di governo dei sodalizi criminali attraverso un modello di governance che è cambiato passando da un’impostazione monarchica, garantita da Michele D’Alessandro, a un modello “oligarchico” attraverso i tre figli dello stesso: Luigi, Pasquale e Enzo D’Alessandro”.
La DIA ci consegna questo quadro: una famiglia e tre sotto-famiglie, collegate ma autonome tra di loro, e non sempre in armonia tra di loro.
La dimostrazione più emblematica di questa evoluzione è data dalla ricostruzione fatta dalla magistratura del movente dell’omicidio del consigliere Luigi Tommasino.
Tommasino, sempre secondo gli inquirenti, era legato a Pasquale D’Alessandro, in carcere all’epoca dei fatti, e non riconosceva l’autorità dell’ultimo genito Enzo, all’epoca dei fatti in libertà e a capo del clan.
Dinamiche criminali ed intreccio con la politica. Secondo voi questa situazione è cambiata? Il clan D’Alessandro, nella sua articolazione, il clan Cesarano, Paolo Carolei, la famiglia Imparato all’Aranciata Faito, e le varie famiglie che governano il Centro Antico, il CMI, Moscarella, il Cicerone e tanti altri pezzi del territorio, hanno fatto campagna per l’astensionismo alle ultime elezioni? Noi pensiamo di no: la camorra ha votato, assecondando questo nuovo modello oligarchico, non ha concentrato i voti, ma ha differenziato il proprio consenso, con l’obiettivo di eleggere più consiglieri comunali. Questa impalcatura di riflessione ha il suo punto di caduta nel fenomeno dell’esplosione delle liste civiche che di civico non hanno niente. Molte liste civiche, a destra come a sinistra, sono le prime realtà politiche in termini di consenso elettorale in tanti quartieri della città, superando il PD, Forza Italia, Fratelli D’Italia, primo partito in Italia ma che a Castellammare non riesce ad eleggere un consigliere comunale. Questo è il ragionamento consegnato alla città, alle forze politiche e alla Magistratura.
Non si è aperta una riflessione su questo, il problema erano le assenze di Ruotolo.
Qualche giorno dopo la conferenza stampa dell’Osservatorio, l’Amministrazione Comunale ha organizzato una festa in onore della Juve Stabia, sul palco, alla fine, sono saliti anche pregiudicati e camorristi. Ho denunciato questo episodio gravissimo, anche qui da solo.
Dopo 48 ore il Sindaco ha preso le distanze, derubricando l’episodio ad un incidente di percorso, non certo voluto.
Dicendo che era un problema della polizia. Giusto? Ma io chiedo al sindaco e a tutti voi presenti quella sera: cosa ha pensato il pubblico nel vedere insieme amministratori e camorristi festeggiare la Juve Stabia? Anche qui il punto è un altro: quello non è un episodio, la Curva della Juve Stabia, come di tantissime altre squadre, pensiamo all’Inter ad esempio, è infiltrata da camorristi e delinquenti.
Nei giorni successivi la società Juve Stabia non ha preso le distanze da quella gente, ha attaccato me, che ho rovinato la “festa”.
Questo non era il problema, il problema erano le assenze di Ruotolo.
Qualche giorno dopo, abbiamo appreso dal quotidiano Metropolis, dell’esposto di un dirigente del Comune, notizia mai smentita, che ha denunciato continue pressioni sugli uffici da parte di tecnici collegati alla camorra.
Non si è discusso di questo, una cosa gravissima, ma delle assenze di Ruotolo.
Ho presentato un’istanza di accesso agli atti relativi all’iniziativa denominata Arena Beach Soccer, dopo due mesi, solo una parte molto parziale degli atti mi è stata trasmessa. Ma dagli atti trasmessi emergono a mio giudizio posso anche sbagliarmi per l’amor del cielo, profili di illegittimità amministrativa, con la violazione evidente del vigente Piano Spiagge.
Nel silenzio generale del Consiglio, il Comune di Castellammare ha dato il suo parere positivo al progetto, presentato in sede di Autorità Portuale, di trasformazione dell’ex cinema Montil in un parcheggio multipiano. Un’operazione da 20 milioni di euro.
Potrei continuare ma penso di avere chiarito il senso della mia iniziativa politica nel corso degli ultimi mesi: a Castellammare la Camorra è una cosa seria e penso sinceramente Sindaco che non stiamo dando una risposta all’altezza del problema. Non è in discussione la tua onestà e correttezza, ci conosciamo da 50 anni, ma francamente penso che stai sottovalutando il quadro d’insieme in nome di un realismo politico presuntuoso. Non possiamo continuare a difendere gli errori commessi nella costruzione di una coalizione elettorale non larga ma “infinita” e come si sa l’infinito non può essere conosciuto e soprattutto l’infinito non può essere governato.
Qualcuno ha detto: Ruotolo faccia i nomi, la smetta di intorbidire le acque, di alzare polveroni. Vorrei rassicurare tutti, tutte le nostre preoccupazioni sono state portate all’attenzione della magistratura inquirente: noi non facciamo processi sommari nella pubblica piazza, crediamo nel controllo di legalità affidato alle forze dell’ordine ed alla magistratura.
Avanzo una proposta al Consiglio: istituiamo una commissione speciale per monitorare tutti gli affidamenti diretti fatti in questo anno, dobbiamo verificare se ci sono società richiamate nella relazione di scioglimento dei commissari, se ci sono stati dei cambi di denominazione sociale dei soggetti destinatari degli affidamenti diretti, e ancora in quali studi professionali hanno eletto domicilio: il punto è sempre lo stesso, non possiamo arrivare sempre dopo la magistratura.
Dobbiamo, insieme alla magistratura, combattere la camorra e pensare al futuro di Castellammare di Stabia. Penso che la riflessione critica del consigliere Apuzzo sui mesi alle nostre spalle e gli spunti di iniziativa politica contenuti nella sua mozione ci possano aiutare ad iniziare un percorso concreto di ripartenza per la nostra città, e annuncio il mio voto favorevole alla mozione presentata da base popolare e riformista.
Poi avremo modo di approfondire il PUC ed il Piano spiagge, due asset fondamentali per la città e per la sua voglia di riscatto.
Oggi vorrei concludere sul tema all’ordine del giorno che riguarda l’appalto dei rifiuti.
Qui c’è da fare una premessa necessaria: la società che si è aggiudicata l’espletamento del servizio ha partecipato da sola alla gara di appalto.
Dico questo perché conosco bene l’argomento, soprattutto nel Casertano, ma qui non siamo in Trentino o in Friuli Venezia Giulia, qui molte volte a gare milionarie si presenta un solo concorrente perché si fanno operazioni di “cartello” a monte, il territorio viene diviso a tavolino: a questa gara partecipi tu, a quest’altra tu.
Io, per quanto previsto dalla legge, non avrei mai affidato un servizio così importante, in un settore così sensibile alle pressioni criminali ad una società in assenza di altre offerte.
I Commissari hanno sbagliato. Ma poi siamo venuti noi.
Solo grazie al lavoro coraggioso di alcuni dipendenti della Velia Ambiente, oggi destinatari di veri e propri atti di rappresaglia da parte della società, sono state denunciate gravi violazioni del capitolato d’appalto relativamente all’organico attivo sul cantiere di Castellammare, alla scarsezza di automezzi, alla mancanza della sede operativa nel territorio stabiese per sottolineare le più rilevanti. Poi avremo modo di approfondire l'impennata dei dati nella raccolta differenziata.
Viene istituita un’apposita commissione consiliare di studio che conferma tutto, viene nominato dal Comune un Direttore esecuzione lavori che conferma tutto.
Il DEC a fronte della conferma di tutte le inadempienze della Velia (inadempienze che avrebbero dovuto comportare l’applicazione di penali pesantissime fino alla risoluzione del contratto) propone, su richiesta dell’ufficio competente, una rimodulazione del piano industriale con una riduzione del canone mensile di 23.000 euro.
Credo che questo non sia assolutamente sufficiente, e che sia necessario chiedere al DEC, al RUP, al Dirigente del Servizio ed alla Segretaria Generale, di verificare senza indugio le condizioni per la risoluzione del contratto.
Signor Sindaco, Signori consiglieri, io nella mia vita non sono mai stato in silenzio e quando hanno cercato di zittirmi ho gridato ancora più forte. Nella storia della mafia si delegittima l’avversario e dovete saperlo è pericoloso. Ma per me è più importante essere uomo libero che suddito. Ho la scorta. Da dieci anni e so che nella battaglia contro la camorra siamo in tanti. Anche a Castellammare: siamo la stragrande maggioranza. Qui, in questa città, ho preso un impegno con la parte sana della città che vuole cambiare, che vuole Futuro, che chiede legalità. Io manterrò quell’impegno fino alla fine".
«Finalmente ci riprendiamo il nostro mare»: l’Arenile torna a vivere e i cittadini guardano con fiducia al futuro della costa stabiese, anche in vista di una possibile lottizzazione di via De Gasperi.