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Castellammare - Il nuovo ospedale sulle ceneri delle Terme divide cittadini e politica

Tra chi parla di "spreco di risorse" e chi difende l'opera come "ospedale pubblico, non speculazione", la città vive la frattura tra nostalgia per il Solaro e speranza di rinascita sanitaria.

tempo di lettura: 3 min
di Alessio Esposito
06/10/2025 21:30:42

Castellammare di Stabia si risveglia divisa. Da una parte l’entusiasmo per l’avvio dei lavori del nuovo ospedale nell’area delle ex Terme, dall’altra la rabbia di chi vede nelle ruspe il simbolo della fine definitiva di un sogno, quello della rinascita termale. A marcare il peso politico e istituzionale dell’evento la presenza del governatore Vincenzo De Luca, che ha promesso una struttura «efficiente e moderna», e del sindaco Luigi Vicinanza.

Il primo cittadino parla di una svolta per la città: «Con l’inizio dei lavori per il futuro ospedale di Castellammare recuperiamo un pezzo importante di città. Le cosiddette Nuove Terme, dove sorgerà la nuova struttura, sono abbandonate da una dozzina di anni e in tutto questo tempo sono diventate simbolo di degrado».

Poi aggiunge: «Oggi mettiamo un punto fermo, di svolta e guardiamo al futuro con speranza. Costruendo il nuovo ospedale restituiamo questi spazi alla comunità e li sottraiamo alla criminalità organizzata: per troppo tempo erano diventati un luogo di ritrovo del clan D’Alessandro. Adesso si riparte».

Il sindaco sottolinea anche l’impegno sull’altro fronte, quello delle Antiche Terme: «Abbiamo iniziato dal parco, che questa estate ha accolto circa 60 bambini del centro antico, offrendo loro un’alternativa alla strada».

Ma i cittadini si dividono. C’è chi protesta: «Si costruiscono nuovi ospedali, ma si dovrebbero anche far funzionare meglio quelli che già ci sono». Un altro osserva: «A che serve un nuovo ospedale se poi mancano sempre medici e infermieri?».

Altri, invece, difendono l’opera: «Mi meraviglia tutta questa indignazione, d’altro canto il parco idropinico resta alla città. Ci costruiscono un ospedale pubblico nuovo, non una clinica privata, non vedo nessuna speculazione».

Durissima la voce dell’opposizione. Il consigliere di minoranza Mario D’Apuzzo afferma: «La speranza è l’ultima a morire, ma a Castellammare di Stabia anche lei sta cedendo il passo a una realtà amarissima: l’abbattimento del Solaro è iniziato».

Per D’Apuzzo, «un atto scellerato compiuto tra sorrisi e strette di mano come se fosse una festa. Nelle immagini, gli esecutori di uno dei gesti più irragionevoli, violenti e dannosi per la nostra città appaiono soddisfatti: il Sindaco, visibilmente compiaciuto, e il Presidente della Regione Campania, che ostenta ancora una volta la sua idea di potere come spettacolo e propaganda».

Le sue parole si fanno ancora più dure: «Dietro quella posa di autosufficienza si consuma la cancellazione di un simbolo: le Terme del Solaro, il cuore storico e identitario di Castellammare, un luogo che avrebbe potuto rinascere come polo del benessere, della medicina termale e del turismo sostenibile. Invece, si è scelto di radere tutto al suolo per costruire l’ennesima opera faraonica e inutile: un ospedale concepito più come monumento politico che come presidio di salute pubblica».

Infine, l’affondo sui costi: «I numeri parlano chiaro. Il costo medio di un posto letto ospedaliero, in Italia, si aggira tra i 370.000 e i 570.000 euro. In Campania, invece, l’ospedale previsto a Castellammare supererà il milione di euro per posto letto, con una spesa complessiva di oltre 250 milioni di euro. Una cifra spropositata, che grida allo spreco e all’improvvisazione, mentre i reparti del San Leonardo cadono a pezzi, mancano medici, infermieri e strumenti di base».

E la conclusione non lascia spazio a dubbi: «Non si tratta di progresso, ma di distruzione mascherata da modernità».

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