Castellammare di Stabia si riscopre viva, accogliente, attraversata da un flusso costante di visitatori. L’estate 2025 segna un punto di svolta per una città che da anni insegue il riscatto turistico e che oggi, finalmente, raccoglie i primi risultati tangibili. Le vie del centro pullulano di presenze, i lidi registrano numeri in crescita e i bed & breakfast – sempre più numerosi – raccontano una domanda che si fa stabile, strutturata, internazionale.
Complice una ritrovata balneabilità delle acque, certificata e apprezzata, la costa stabiese si presenta in una veste nuova. Dopo decenni di allontanamento forzato dal mare, oggi il legame tra la città e il suo litorale si fa più stretto, quasi identitario. Non è un caso che il tema del piano spiagge sia tornato al centro del dibattito cittadino: serve una visione integrata che coniughi sostenibilità, fruibilità e rispetto del paesaggio.
Ma il 2025, con il suo pienone estivo, è anche il trampolino per immaginare e costruire il 2026. Un anno che – nelle aspettative – dovrebbe segnare il consolidamento definitivo del rilancio stabiese. Le sfide non mancano: lo sviluppo del porto resta uno dei nodi strategici, con la necessità di delineare potenziali prospettive di sviluppo. E poi c’è il capitolo urbanistica, con l’urgenza di una rigenerazione urbana che metta in rete centro storico, periferie e aree dismesse.
Mobilità e accessibilità restano altri temi chiave. La crescita dei flussi turistici impone un potenziamento dei trasporti pubblici, una gestione moderna dei parcheggi e soluzioni smart per alleggerire il traffico urbano, soprattutto nei fine settimana e nei giorni di punta.
L’estate 2025, dunque, può diventare una base solida da cui partire. Castellammare ha risposto alla chiamata del turismo, ora è la politica a dover rispondere con visione, progettualità e coraggio. Solo così la città potrà davvero trasformare l’entusiasmo di oggi in una crescita duratura e sostenibile.
Le Vespe pronte all’esordio stagionale contro una squadra di Serie A. Il tecnico carica il gruppo: «Abbiamo lavorato duro, serve coraggio e identità».
