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Napoli - Luca Marianucci: «Far parte di questo club è un onore immenso»

Il giovane difensore racconta sogni, obiettivi e ambizioni: «Il percorso è appena cominciato. Il mio idolo? Sergio Ramos»

tempo di lettura: 6 min
di Giovanni Minieri
24/07/2025 17:20:31

Foto: Ssc Napoli

Primo giorno da azzurro davanti ai microfoni per Luca Marianucci, nuovo innesto per la difesa del Napoli. Il giovane centrale si è presentato con la determinazione di chi non vuole sprecare l’occasione di una vita: lavorare con campioni affermati, crescere sotto la guida di Conte e ritagliarsi un posto in uno degli spogliatoi più ambiziosi della Serie A. Dalla riconoscenza per chi lo ha fatto esordire, all’emozione di calcare il Maradona, Marianucci non nasconde la consapevolezza che la vera sfida inizia adesso.

Allenarsi con i grandi: un privilegio che non capita a tutti


"Questi sono davvero momenti felici per me. Allenarmi fianco a fianco con calciatori come De Bruyne, Rrahmani, Buongiorno è un privilegio che non capita a tutti. Fin dal primo giorno mi sono sentito accolto: a livello umano mi sono integrato immediatamente perché sono persone splendide oltre che fuoriclasse. Sono sicuro che da questo punto di vista sarà tutto perfetto".

A Napoli per conquistare spazio

"Ritengo che inserirsi in un gruppo così importante non sia mai semplice, indipendentemente dal fatto che tu sia italiano o straniero. La chiave è dare tutto ogni giorno per guadagnarsi il proprio spazio in mezzo a tanti campioni."

Il sogno di un bambino diventato realtà

"Essere a Napoli rappresenta la realizzazione di un desiderio che avevo da bambino. Sognavo di vestire un giorno la maglia di una delle squadre più forti d’Italia e ci sono riuscito. Adesso spero di ritagliarmi delle opportunità, ma già far parte di questo club è un onore immenso".

Un grazie speciale a mister D’Aversa

"Di recente ho sentito D’Aversa per ringraziarlo di tutto quanto fatto per me: è un tecnico straordinario e una persona perbene. Con lui ho potuto fare il mio debutto e collezionare i primi minuti in Serie A. Riguardo Conte, in questi giorni sto imparando tanto da lui: il vero lavoro si vedrà più avanti, quando arriveranno le partite decisive"

Un percorso appena iniziato

"Onestamente non faccio voli pindarici: sono concentrato su di me, su quello che ho fatto finora, e su ciò che devo ancora conquistare. Il percorso è appena cominciato e voglio affrontarlo restando con i piedi per terra".

Una chiamata improvvisa

"La chiamata del Napoli mi ha preso un po’ alla sprovvista, lo ammetto. Però ho subito deciso di dare tutto fino all’ultimo per la mia ex squadra, anche se poi non siamo riusciti a centrare l’obiettivo. La gioia era enorme. E quando sono arrivato a Napoli e ho respirato l’atmosfera dello stadio e dei tifosi, è stato qualcosa di indescrivibile".

Una maglia da onorare

"Il passo più importante l’ho già fatto: arrivare qui. Ora devo adattarmi, entrare nei meccanismi della squadra e conoscere bene i miei compagni. Alla fine il calcio è lo stesso, cambiano solo gli obiettivi: mi sento pronto ad affrontarli"

Costruire gioco è un fattore

"Anche se il mio ruolo è quello di difensore centrale, amo avere il pallone tra i piedi. Ho giocato anche qualche volta davanti alla difesa e mi piace costruire dal basso dialogando con i compagni: il mister mi chiede di farlo e per me è naturale"


Il segreto? Non mollare mai. 

"Penso di essere uno che non si arrende mai, e quando si perde sono il primo a infuriarsi. Forse è anche questo che ha fatto notare di più il mio carattere, oltre alle qualità difensive e alla capacità di impostare il gioco. Per ora parto come quinta scelta, ma voglio conquistarmi spazio perché ci saranno tante gare. Lavorerò sodo ogni giorno, senza sosta".

Un compleanno speciale, tra corsa e sorrisi

"Ieri ho festeggiato uno dei compleanni più belli di sempre. Anche se ero in campo a fare ripetute, ero insieme ai miei nuovi compagni, grandissimi campioni. Non potevo chiedere di meglio. Adesso punto a raggiungere traguardi ancora più importanti".

Entrare al Maradona con umiltà e coraggio

"Ho grande fiducia nei miei mezzi e voglio metterla in campo al Maradona, uno stadio leggendario dove ha giocato il più grande di tutti i tempi. Scenderò in campo con umiltà, dando tutto per questi colori".

Rrahmani un esempio, la maglia un segno del destino

"Sono stato per più tempo accanto a Juan Jesus, ma non so ancora con chi mi troverò meglio in campo: ci sarà modo di capirlo giocando insieme a tutti. Forse, per caratteristiche, mi rivedo un po’ in Rrahmani. Ora che lo vedo lavorare da vicino capisco tante cose. Il numero 35? È stata una scelta casuale, forse anche perché portò fortuna a Baldanzi: continuo con questo numero, finché sarà di buon auspicio.»

Con attaccanti così forti, si dorme tranquilli

"Avere attaccanti così forti dalla tua parte ti toglie qualche problema la domenica, oltre a darti una mano a prepararti al meglio per le sfide più impegnative del campionato. Spero di riuscire a raggiungere tutti gli obiettivi che mi sono posto e di disputare una stagione di alto livello"

La Serie C un crocevia per maturare

"L’esperienza in Serie C la rifarei altre mille volte: è stata fondamentale per crescere sia come giocatore sia come uomo. In campo posso sembrare fin troppo sicuro di me, forse perchè quel periodo mi ha fatto maturare tanto. Devo migliorare ancora nella marcatura e nel duello sull’uomo: lavorerò su questi aspetti con l’allenatore e lo staff"

Sulle orme di Sergio Ramos

"Difendere in avanti è più semplice per tutti: se recuperi palla puoi subito creare occasioni. A tre o a quattro? Mi trovo bene in entrambi i sistemi, sia da braccetto che da centrale. Accetterò qualsiasi scelta del mister. Idoli? Non avevo poster in camera, tenevo solo le mie foto. Però se devo dire un modello da bambino, sicuramente Sergio Ramos"

 

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