Foto: Ssc Napoli
Archiviata la pausa per le nazionali che ha visto sugli scudi Raspadori (autentico trascinatore della Nazionale di Roberto Mancini, guidata con 2 reti pesantissime alla Final Four di Nations League) e Kvaratskhelia (2 reti e 1 assist per ratificare la superiorità della Georgia che vola in Lega B), il Napoli si rituffa di prepotenza nel campionato per confermare la propria leadership in Serie A.
Sabato pomeriggio al Maradona c’è la sfida col Torino, ed il gruppo guidato da capitan Di Lorenzo vuole dare un’ulteriore mazzata al morale dei granata, già a terra dopo 3 sconfitte nelle ultime 4 gare. Particolarmente dolorosa quella prima della sosta, con Milinkovic-Savic costretto ad alzare bandiera bianca nel recupero, superato dall’inzuccata del giovane uruguagio Alvarez, con il Sassuolo (decimato dagli infortuni) in grado di espugnare l’Olimpico Grande Torino conquistando l’intera posta in palio.
Al contrario, c’è entusiasmo a mille in quel di Fuorigrotta. Spalletti guida una Ferrari che viaggia a giri altissimi, toccando velocità che le dirette inseguitrici non sono in grado di reggere: 5 vittorie di fila in tutte le competizioni considerando anche i roboanti successi nell’Europa che conta contro Liverpool e Rangers, ma soprattutto una consapevolezza cresciuta ancor di più dopo lo scalpo rossonero strappato via a San Siro dal Cholito Simeone con un terzo tempo sontuoso.
Gioco spettacolare, fantasia e tanta concretezza in attacco. Ma il primato del Napoli parte da una solidità difensiva che ha vinto, settimana dopo settimana, ogni scetticismo. Gli azzurri vantano il miglior attacco del campionato (15 reti in 7 gare), e la seconda miglior difesa con appena 5 reti incassate, dietro soltanto all’Atalanta. Nello scorso campionato, dopo 7 partite, la porta del Napoli era stata bucata in 3 occasioni. Appena 2 in più, nonostante la partenza di Koulibaly direzione Chelsea, e l’arrivo del nuovo comandante Kim. Altro successo sul mercato della coppia De Laurentiis-Giuntoli.
Il sindaco interviene dopo le ultime inchieste della Dda: «Non decido io sulla commissione d’accesso, ma il Prefetto.»
