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Juve Stabia - Pavarese a Passione Gialloblù. «Pavone ha portato fiducia e senso di appartenenza, vespe nel lotto delle favorite per i playoff»

«Il segreto della nostra promozione fu lo spogliatoio. A fine anno andai via per incomprensioni con Manniello anche se oggi abbiamo un rapporto splendido. Serie A? Il Napoli dovrà fare la corsa sul Milan»

tempo di lettura: 4 min
di Aurora Levati
15/04/2021 08:29:42

Martedì sera è stato ospite di "Passione Gialloblù" Gigi Pavarese, ex direttore sportivo, tra le altre, di Juve Stabia, Avellino, Napoli e Torino. Abbiamo analizzato con lui la stagione e il rush finale dei ragazzi allenati da Pasquale Padalino.
«Quanto è cambiato il calcio con il Covid? Tanto – spiega Pavarese -, tantissimo. In Serie C sono stati comprensivi, si è data possibilità alle società di rinviare le partite in situazioni di necessità per cercare di non compromettere l'andamento del campionato che, volente o nolente, ha risentito di questa situazione. Ne ha giovato la Ternana, che non ha quasi subito casi Covid. Ciò ha consentito al tecnico di lavorare con il gruppo squadra serenamente. Questo ha portato alla conquistata meritata del ritorno in Serie B, che ricorda per molti aspetti la Juve Stabia di Massimo Rastelli  e Gigi Pavarese (ride, ndr). Se non hai centrocampisti all'altezza, non puoi pensare di avere una squadra molto offensiva. Le altre compagini dovranno prepararsi ai play off con grande attenzione. Credo che se la giochino principalmente in quattro: tre di questo girone - Bari, Avellino e Juve Stabia - e una del Girone B, che sarà la non promossa tra Padova, Perugia e Sud Tirol. Il Girone C ha offerto un torneo all'altezza con squadre importanti ben attrezzate. Il Catania sta uscendo dalla crisi tecnica grazie all'aiuto di Baldini, che ha portato nuovamente serenità e fiducia nell'ambiente. Attenzione però al Bari, che ha fatto tesoro di quello che è successo la stagione scorsa. Credo che la vera favorita sia proprio il Bari. Ma, non bisogna sottovalutare anche l'Avellino, che ha uno degli allenatori più importanti per la categoria e una società seria. Proprio gli irpini hanno recentemente parlato di un progetto cantera, ma non bisogna fare confusione tra cantera e cantero. Cantera è un termine spagnolo che sta ad indicare le scuole giovanili gestite dalla società sportive. Il cantero è un'altra cosa ed è proprio questo il caso dell'Avellino, altro che cantera. A livello giovanile c'è bisogno di esperienza, non basta l'entusiasmo del giovane».
Dopo un'analisi generica sul campionato, siamo entrati più nel dettaglio, parlando di Juve Stabia.«Il cambio Ghinassi-Pavone? Al di là del valore calcistico, Giuseppe è un uomo carismatico. Ha ridato fiducia, ma soprattutto senso di appartenenza ad un ambiente che sembrava essersi un po' sfilacciato viste le numerose crisi. Insieme a Padalino, è riuscito a far capire l'importanza del lavoro. Con l'abnegazione e l'attenzione sul lavoro giornaliero si possono ottenere risultati importanti. La Juve Stabia parte un gradino al di sotto di Avellino e Bari ma, ciò non toglie che potrebbe puntare senza problemi alla conquista della promozione di Serie B. Rastelli-Pavarese come Padalino-Pavone? Chi parla del passato, non ha futuro. Sono un testardo perchè continuo a sognare. Voglio e devo rientrare in questo mondo. La troppa voglia di rientrare mi ha fatto commettere errori. Detto questo, io credo che il passato deve servire come lezione. "La vita prima ti fa fare esperienza, poi te la spiega". Per me è stata un'esperienza molto significativa. Se siamo riusciti a raggiungere certi obiettivi, è perchè avevamo una società solida e dei collaboratori vicini in tutto e per tutto. Fa piacere che le basi gettate siano servite per le vittorie della stagione successiva. L'anno scorso è pesata tanto, tantissimo, l'assenza del pubblico. Affidarsi a Pavone porterà dei grandi successi. Manniello? Abbiamo avuto qualche incomprensione che mi spinse ad andar via rinunciando al secondo anno di contratto, ricordo ancora che Franco Giglio fece di tutto per convincermi a restare. Dopo quella stagione, abbiamo instaurato rapporti bellissimi».
Tra una cosa e l'altra, abbiamo anche voluto un po' ricordare quella stagione. «La situazione che abbiamo ereditato non era per nulla semplice, vista la retrocessione dell'anno precedente. In quella annata gli stabiesi si erano allontanati dal Menti. Giornata dopo giornata, siamo riusciti a farli nuovamente avvicinare e venire allo stadio. Il mio grande rammarico fu che la gente non festeggiò la promozione. Il campionato vinto è quello più forte mai visto in Serie C perchè c’erano tra le 7 e le 8 squadre che lottavano per la promozione. La rosa che avevo allestito non era forse la più forte tecnicamente, ma, la nostra forza era il gruppo. Ho sempre ritenuto che per fare buoni tornei bisognasse avere un gruppo compatto e forte. Questa è sempre stata una mia caratteristica».
Infine, abbiamo voluto anche chiedere la sua opinione sul massimo campionato italiano. «Crotone sono ormai retrocesse, salvo miracoli. L'ultimo posto per la retrocessione diretta sembra essere destinato a uno tra Cagliari e Torino. Ma, sono convinto che la lotta sia più ampia, includendo così anche Benevento e Spezia. Per la zona Champions, la corsa andrà fatta sul Milan, difficilmente Atalanta e Juventus perderanno terreno. Il Napoli ha tutte le carte in regola per giocarsela sino alla fine».

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