Cronaca
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Vico Equense - Città silenziose e deserte, tornano gli animali

Il wwf: «Si riprendono i loro spazi».

tempo di lettura: 2 min
29/03/2020 19:15:36

L’emergenza Coronavirus sta costringendo i cittadini a restare nelle proprie abitazioni. Lo sfollamento delle aree di ritrovo all’aperto quali parchi, giardini, quartieri e zone periferiche, hanno permesso alla fauna selvatica di sentirsi meno disturbata, favorendo numerosi avvistamenti nei centri abitati.

“E’ un segnale bellissimo - ci spiega Claudio d’Esposito presidente del WWF Terre del Tirreno - è un mega esperimento non voluto, come ha raccontato lo zoologo prof. Luigi Boitani, nel quale osserviamo che gli animali sono pronti a ri-prendersi il territorio che gli abbiamo tolto. Senza l’uomo ma soprattutto senza le sue attività moleste (rumori, traffico, inquinamento, caccia, ecc.) la Natura si sta al momento rigenerando nell’intera penisola. Delfini che nuotano nei porti a Cagliari e Trieste, cigni nei canali e volpi e lepri nei giardini pubblici di Milano, mamma papera con i suoi paperini che entra direttamente in un centro commerciale in un quartiere di Firenze, uccelli rapaci come il Falco di palude o lo Sparviere fotografati dalle finestre in provincia di Pescara, o una bellissima Aquila minore a caccia di un passero, poi allontanata dalle Cornacchie grigie in una coordinata azione di mobbing, fotografata dall’ornitologo Rosario Balestrieri in un quartiere di Napoli, mentre sfrecciava tra i fra fili dei panni e quelli del telefono e con i palazzi che chiudevano la visuale come in un documentario… e canti di uccelli ovunque nelle città divenute silenziose. Se smettessimo razionalmente di essere così invasivi e distruttivi, avremmo il ritorno vicino a noi di molte specie. Forse è questa una delle lezioni che possiamo imparare dalla pandemia?”

Accade che in città è più facile vedere gli animali che ora si muovono di più anche di giorno, soprattutto nei parchi urbani, nelle aree verdi e nelle frazioni collinari. Gli animali, sia ben chiaro, c’erano prima e ci sono anche adesso, solo che sono divenuti meno timorosi e si avventurano in nuovi spazi, incoraggiati dal silenzio surreale, anche se il cemento e l’asfalto non sono ambienti ideali. L’uomo ha invaso i loro spazi in modo massiccio e ridotto progressivamente gli habitat naturali. Alcune specie più opportuniste e adattabili, come la volpe, il cinghiale, i gabbiani, le cornacchie, i merli, le gazze e altri riescono a cavarsela e vivono stabilmente ai margini dei centri abitati, anche delle città, ma per altre specie, importanti e rare, gli insediamenti umani sono impossibili da colonizzare.

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