Cronaca
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Torre Annunziata - Omicidio di camorra nel 2007, il mandante era Pasquale Gionta

Individuato anche l’esecutore materiale: si tratta di Michele Palumbo alias “monnezza”, noto killer del clan, reo confesso e oggi collaboratore di giustizia.

tempo di lettura: 2 min
di Federica Rispoli
25/11/2015 19:41:25

Immagine di repertorio

Omicidio di camorra avvenuto nel 2007 a Torre Annunziata: preso il mandante del clan Gionta. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito oggi un’ordinaza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale del Riesame di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, nei confronti di Pasquale Gionta (già detenuto al 41 bis), figlio del capo fondatore dell’omonima associazione camorristica, ritenuto responsabile di omicidio premeditato, detenzione e porto illegale di armi, con l’aggravante delle finalità mafiose. L’indagine, condotta dal novembre 2014 al giugno 2015, ha consentito di ricostruire la dinamica e il movente, e di individuare in Pasquale Gionta, all’epoca dei fatti reggente della cosca, il mandante e l’organizzatore dell’omicidio di Vincenzo Amoretti alias “banana”, avvenuto il 20 aprile 2007 a Torre Annunziata. Individuato anche l’esecutore materiale: si tratta di Michele Palumbo alias “monnezza”, noto killer del clan, reo confesso e oggi collaboratore di giustizia, indagato nell’ambito dello stesso procedimento penale. Palumbo ha già riportato due condanne definitive e condannato in primo e secondo grado alla pena dell’ergastolo in quanto avrebbe partecipato all’omicidio di Ettore Merlino, avvenuto il 24 maggio 2007 a Torre del Greco. All’epoca dei fatti Gionta era il capo incontrastato in quanto sia il padre Valentino sia suo fratello Aldo erano detenuti. A decretare l’omicidio fu proprio lui che punì con la morte Amoretti (affiliato al clan camorristico avverso, ovvero i Gallo-Cavalieri in particolare la frangia dei “pisielli”) colpevole di aver esploso alcuni colpi di pistola all’indirizzo dei suoi suoceri. L’esecuzione, avvenuta all’interno dell’abitazione della vittima, nel parco Penniniello (roccaforte dei pisielli) fu eseguita da un commando che fece irruzione nell’appartamento dopo aver superato il controllo delle vedette del sodalizio indossando le pettorine della polizia di stato. Nell’occasione il killer, superati i familiari della vittima presenti in casa e raggiunta la camera da letto, lo uccise esplodendo un colpo di pistola alla tempia mentre la vittima era ancora nel sonno, davanti agli occhi dei suoi stessi familiari. Con l’esecuzione di Amoretti scoppiò la guerra tra i clan Gionta e Gallo-Cavalieri che avrebbe fatto registrare, nei giorni successivi, vendette e attacchi con l’eliminazione di altri tre affiliati all’uno o all’altro clan.

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