Cronaca
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Sorrento - Smantellato il «collaudato sistema corruttivo organizzato e gestito dall'ex primo cittadino»

Ecco come funzionava il "sistema Coppola". Tra i 16 arrestati di questa mattina anche funzionari e 7 imprenditori.

tempo di lettura: 8 min
15/07/2025 12:31:59

Questa mattina il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, in esecuzione di un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica, ha proceduto all'arresto di 16 persone, delle quali 11 destinatarie della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere e 5 destinatarie della misura coercitiva degli arresti domiciliari, sottoposte ad indagini per i reati di "Corruzione per un atto contrario ai doveri d’'ufficio", "Peculato", "Istigazione alla corruzione" e “Turbata libertà degli incanti"), in relazione ad una pluralità di appalti pubblici affidati dal Comune di Sorrento dall'anno 2022 al 2024.

In particolare, l'ordinanza di custodia cautelare risulta emessa per 9 reati di corruzione, 1 reato di istigazione alla corruzione, 3 reati di turbata libertà degli incanti e 1 reato di peculato.
Tra i destinatari delle misure cautelari vi sono l'ex Sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, già arrestato in data 21.5.2025 nella flagranza di reato per “induzione indebita”, tuttora detenuto in carcere, 2 funzionari dell'amministrazione comunale di Sorrento, 7 imprenditori aggiudicatari di procedure ad evidenza pubblica nonché il "sensitivo" Guida Raffaele. Contestualmente, le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione domiciliare, personale ed informatica e di sequestro, emesso dalla Procura della Repubblica nei confronti di 26 persone, delle quali 14 destinatarie del provvedimento restrittivo ed altre 12 persone indagate per analoghi reati.

Il provvedimento cautelare trae origine da complesse e articolate indagini condotte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Massa Lubrense e coordinate dalla Procura della Repubblica, aventi ad oggetto una pluralità di appalti indetti o aggiudicati dal Comune di Sorrento negli anni 2022 - 2024 (complessivamente 36) per un importo totale, a base d'asta, di oltre 35 milioni di euro, di cui 15 milioni finanziati con fondi FESR e 4,5 milioni finanziati con fondi del P.N.R.R..
La misura cautelare eseguita oggi fa seguito all'arresto in flagranza di reato, effettuato il 21 maggio scorso, del Sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, e di Di Maio Francesco, suo collaboratore, in occasione della riscossione, da parte degli stessi, di una ennesima "tangente" di 6.000 euro erogata da un imprenditore sorrentino aggiudicatario di due appalti pubblici indetti dal Comune di Sorrento, il quale, esasperato dalle continue richieste di denaro del Sindaco, accompagnate dalla "minaccia" di non rinnovare e addirittura revocare gli affidamenti pubblici, nel caso di mancato pagamento di ulteriori somme di denaro, si era rivolto alla Procura della Repubblica, denunciando il Sindaco e il suo sodale e dichiarandosi disposto a collaborare con gli inquirenti in occasione del pagamento di un'ulteriore tangente pretesa dal Sindaco.

A seguito di tale collaborazione, era stato predisposto ad opera della Guardia di Finanza, con il coordinamento della Procura della Repubblica, un accurato e articolato servizio di polizia giudiziaria, sia mediante militari in borghese che mediante telecamere nascoste, che, unitamente alle intercettazioni telefoniche in atto, aveva consentito di documentare in diretta la dazione indebita della somma di denaro di 6.000 euro, quale tranche di una tangente di maggiore importo, al Sindaco e al suo complice Di Maio, da parte dell'imprenditore, all'interno di un ristorante della penisola sorrentina.

Secondo la Procura, la vicenda corruttiva che aveva condotto all'arresto del Sindaco di Sorrento in flagranza di reato non costituiva un fatto isolato e circoscritto, ma si inseriva piuttosto in un inveterato e collaudato sistema corruttivo organizzato e gestito dall'ex primo cittadino sorrentino, protrattosi per anni, già oggetto di indagini da parte della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica.

Invero, «le attività d'indagine – ha spiegato la Procura - hanno permesso di far emergere un inquietante e consolidato sistema corruttivo - in precedenza mai oggetto di investigazioni presso i comuni della costiera sorrentina - impiantato e gestito dal Sindaco della Città di Sorrento, Massimo Coppola, con la complicità dei suoi sodali, primo fra tutti il cartomante Guida Raffaele, detto Lello il sensitivo, che ha interessato le più rilevanti procedure ad evidenza pubblica indette dal Comune di Sorrento, tra cui anche alcune finanziate con fondi del P.N.R.R. o con fondi regionali, in grado di condizionare, per anni, le scelte politiche ed amministrative dell'ente comunale e di creare un meccanismo clientelare, capace di tradurre in termini di mercimonio e affaristici pressoché tutte le determinazioni pubblicistiche assunte dall'ente, con l'apporto determinante di alcuni imprenditori e professionisti partecipi degli accordi corruttivi nonché di alcuni funzionari comunali                  collusi o compiacenti, predeterminando, condizionando  e indirizzando le decisioni e le valutazioni  delle commissioni  aggiudicatrici,  in violazione delle più elementari regole di buona amministrazione che, per dettato costituzionale, dovrebbero caratterizzare il funzionamento dell'ente comunale, inquinando le procedure di affidamento e catalizzando l'aggiudicazione delle stesse agli imprenditori risultati già "rodati" al suddetto sistema corruttivo, ai danni degli altri imprenditori, i quali, nel corso degli anni, non riuscendo ad ottenere l'aggiudicazione degli  appalti, hanno preferito allontanarsi dal blindato "sistema  Sorrento"».

Il GIP, nell'ordinanza cautelare, ha ritenuto che le indagini sin qui espletate abbiano fatto emergere l'esistenza di un vero e proprio "sistema Sorrento", cioè “un sistema criminale ben collaudato da anni (...) che rinviene il suo fulcro  e la mente operativa (...) nel Coppola, che contamina da molto tempo le aggiudicazioni degli appalti, con la costante partecipazione e collaborazione del sensitivo maddalonese (Guida), ( ...) funzionale a depredare in ogni modo possibile denaro pubblico a vantaggio di fini  illeciti personali, nel quale, come in un grande domino, gli imprenditori/professionisti collusi conducevano ad altri imprenditori e li mettevano in collegamento con la parte pubblica: non ci si trova al cospetto di casi di corruzione slegati l 'uno dall 'altro, bensì difronte  ad un sistema strutturato e preciso,  in cuiper vincere appalti o realizzare opere pubbliche era necessario pagare tangenti, attentamente calcolate sull'importo totale dei lavori”.

“Nessuno degli imprenditori, che con Guida aveva a che fare, si meravigliava o si opponeva alle sue richieste – si legge nella nota della Procura - , ed anzi talvolta diveniva a sua volta intermediario nel tessere una fitta  rete di corruttele. Gli imprenditori collusi (...), pur dovendo accettare il pagamento di "dazi", ne ottenevano a loro volta vantaggi consistenti, in quanto si imponevano nel territorio in posizione dominante (...) ed avevano come contropartita, sinallagmaticamente collegata ai pagamenti delle tangenti, non solo gli affidamenti o le aggiudicazioni o le anticipazioni richieste, ma anche una serie di ulteriori benefit connessi al loro concorso nei reati, (...) in particolare (...) una copertura   "generale"  da contestazioni amministrative che potevano  essere loro elevate”.

Un ruolo determinante in questo contesto assumevano i funzionari comunali. «Era dirimente  il ruolo assunto dai funzionari  (...)  del Comune di Sorrento,  (...)  lapalissianamente coinvolti  nella  gran parte   dei procedimenti   amministrativi  esaminati – si legge ancora nella nota della Procura - ,  avendo  le  indagini  reso evidente  come  Coppola Massimo  agisse  con la collaborazione  di altri funzionari   nel comune  di Sorrento e con la collaborazione di professionisti  e faccendieri,  ed essendo emersa una carenza di trasparenza  generalizzata  nei procedimenti   amministrativi  di  evidenza pubblica  gestiti presso  il Comune di Sorrento che ha consentito ai principali  indagati (...) di reiterare condotte illecite fidando nell 'indifferenza del! 'apparato burocratico se non in complicità silenti ed omissive».

Per la Procura, «Coppola e Guida avevano costituito un vero e proprio sodalizio criminoso che trascendeva i confini dei singoli reati oggetto della provvisoria  imputazione e che era funzionale  alla realizzazione di un numero indeterminato di reati contro la P.A. (...) il duo aveva innanzitutto lo scopo di far proliferare le iniziative pubbliche del Comune di Sorrento; di poi aveva l'obiettivo imprescindibile di trarre da ognuna di queste iniziative consistenti utilità illecite, alle quali non si poteva  in alcun modo sfuggire». Il giudice ha ritenuto che «i fatti commessi sono (...) gravissimi sia per la costante strumentalizzazione della funzione, asservita dall 'indagato Coppola al proprio  personale tornaconto, sia per i danni inevitabilmente arrecati al buon andamento della pubblica amministrazione, (...) anche se "soggettivamente considerati" con precipuo  riferimento agli imprenditori ed ai funzionari  comunali (...) in quanto le condotte contestate sono recentissime e relative, in molti casi, ad appalti ancora in corso o, comunque, i cui procedimenti  amministrativi non sono definiti completamente».

L'ordinanza cautelare è stata emessa senza procedere all'interrogatorio preventivo degli indagati, avendo il giudice ritenuto sussistente e immanente il pericolo di inquinamento probatorio, tale da giustificare  "l’immediata applicazione  dei titoli custodia/i nei confronti degli indagati", "in quanto è emersa una organizzazione criminale solo in minima parte disvelata ed essendo ancora da accertare (...) il coinvolgimento (a titolo di corrotti o di concussi di ulteriori soggetti interni alla macchina amministrativa", essendo "assolutamente necessario evitare che i prevenuti continuino a gestire la evidentemente fitta rete di corruttele intessute negli anni e che gli stessi, inoltre, inquinino le fonti  di prova  ancora da acquisire ".

Nel corso delle perquisizioni sono stati sottoposti a sequestro € 47.660 in contanti e 2 orologi di lusso, rinvenuti a casa di uno degli indagati arrestati.

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