Proseguono le indagini intorno all’agguato di via Panoramica, nel quale ha perso la vita l’ex affiliato ai D’Alessandro, Antonio Vitiello, 55 anni, pregiudicato di Castellammare di Stabia, noto negli ambienti malavitosi con il soprannome di “o’stagntiello”. Sul caso stanno procedendo i carabinieri della compagnia stabiese che, agli ordini del capitano Giuseppe Mazzullo e del tenente Andrea Minella, hanno iniziato le attività investigative in tutti i quartieri della città delle acque. Controlli a tappeto in tutte le zone più a rischio, intercettazioni ambientali, posti di blocco, interrogatori. Ogni “arma” lecita a disposizione è stata utilizzata nella giornata di ieri e durante l’ultima notte, mentre la Dda di Napoli continua a coordinare le indagini. Chiaro, infatti, che si tratta di un omicidio di camorra. Troppi precedenti loschi nella vita di Vitiello, troppi collegamenti con la “famiglia” D’Alessandro, troppo truce l’esecuzione comminatagli. Secondo gli inquirenti, proprio dal quartier generale di Scanzano, dai vertici del clan stabiese, è partito il diktat: Vitiello doveva morire. Forse uno sgarro alle cosche locali, probabilmente qualcosa legato al passato del 55enne. L’agguato si è verificato in via Panoramica, a meno di 100 metri dall’uscita della galleria Privati, lungo la statale 145 sorrentina. Il 55enne si stava recando al lavoro, all’ex Maricorderia, dove da alcuni anni era dipendente. Proprio all’uscita del tunnel, Vitiello, a bordo della sua Wolkswagen Golf blu, è stato avvicinato da uno scooter: in sella quelli che sono stati i suoi sicari. Una decina i proiettili calibro 9 esplosi, almeno 8 andati a segno. Vitiello istintivamente si gira, i colpi penetrano nel fianco sinistro, alla schiena, all’addome. Poche decine di metri ancora, l’auto prosegue la sua corsa, poi il 55enne si accascia sul sedile destro e muore, lasciando il quadro della vettura ancora acceso. Al loro arrivo i carabinieri, in quel lembo di strada che si trova stretto tra Pozzano e Scanzano, non possono far altro che constatare il decesso. Ma una telecamera della videosorveglianza, posta all’esterno della galleria, potrebbe dire qualcosina in più sull’agguato. Sul movente ancora tante ombre. Molto facile che il tutto possa essere ricollegato ad un regolamento di conti, e non è escluso che sia riconducibile al processo “Sigfrido 1”, quello al quale in Appello Vitiello è stato assolto con formula piena. Nel medesimo atto giudiziario, sono stati comminati 7 ergastoli nei confronti di 6 esponenti del clan D’Alessandro. Si trattava di procedimenti legati alla lotta tra i D’Alessandro e gli Imparato: 7 omicidi ai quali, secondo l’accusa, Vitiello aveva partecipato in maniera non compromettente. Stando alle indagini, “o’stagntiello” aveva fornito delle informazioni ai sicari sugli spostamenti di Casimiro Longobardi, ucciso tra il 1990 e il 1993, durante la guerra tra le due cosche camorristiche stabiesi. Le indagini, intanto, proseguono ad ampio raggio nei meandri della malavita di Castellammare.
Il tecnico gialloblù alla vigilia del match: «Questa squadra ha la possibilità di entrare nella storia: sappiamo quanto è importante centrare i play-off. Buglio, campionato finito. Adorante è stato recuperato.»