Un dolore palpabile, intenso, un silenzio da mettere i brividi. E all'uscita del feretro palloncini bianchi e applausi.
Nel duomo dei Santi Pietro e Paolo di Montecorvino Rovella si sono svolti nel pomeriggio i funerali di Tina Sgarbini, la donna di 47 anni trovata senza vita sabato mattina all'interno del suo appartamento. A ucciderla, per sua stessa ammissione, l'uomo con cui la vittima aveva avuto una relazione fin dal 2016, il 36enne Christian Persico il quale, dopo il delitto, ha fatto perdere le sue tracce fino a essere scoperto dai carabinieri, nella stessa serata, non molto lontano dal luogo del femminicidio.
L'uomo l'ha picchiata e poi strangolata, fino alla morte: è stata l'autopsia, ieri, a raccontare l'orrore che la donna ha dovuto subire da chi diceva di amarla. Tutta la comunità si è stretta, anche oggi, intorno ai familiari di Tina e in particolar modo ai suoi tre figli nati da una precedente relazione. "Il nostro cuore - ha detto nel corso dell'omelia Alfonso Raimo, vescovo ausiliare di Salerno-Campagna-Acerno - è attraversato dal dolore. Tina era una giovane mamma, strappata alla vita in maniera crudele e ingiusta, vittima di quella piaga che ormai chiamiamo con un nome preciso: femminicidio. Per noi, però, non è un termine astratto, ma è un volto, una storia, una madre che amava i suoi tre figli che ha visto spezzato il filo della sua esistenza in un atto di inaudita violenza. La violenza non è mai la soluzione. Non lo è nei rapporti tra i popoli, tra gli Stati, tra le mura di casa, nei legami più intimi e sacri.
Viviamo in un tempo in cui la violenza sembra essersi trasformata nella scorciatoia che troppi invocano per risolvere conflitti, frustrazioni, ferite interiori, incapacità di dialogo. È come se il mondo avesse dimenticato che le parole hanno un potere più grande delle mani che colpiscono o delle armi che feriscono".
"Oggi piangiamo Tina, ma insieme a lei - ha proseguito - piangiamo le tante, troppe donne che negli ultimi anni hanno perso la vita per mano di chi diceva di amarle. Non basta piangere e commuoversi. Occorre avere il coraggio di cambiare.
Basta con le frasi di circostanza. Bisogna fare di più, fare in modo che non accada più. Siamo ancora una volta dinanzi un'altra bara, dinanzi un'altra donna uccisa. Il tempo delle parole deve diventare il tempo delle azioni, della prevenzione, dell'ascolto e dell'educazione".
Il sindaco Martino D'Onofrio ha disposto il lutto cittadino "quale segno di partecipazione al dolore dei familiari e di cordoglio collettivo. E' un atto sentito e doveroso nei confronti di Tina, dei suoi familiari e soprattutto dei suoi amati figli. Questa morte ha lasciato tutti basiti. Oggi è il giorno del dolore per la nostra città. Dobbiamo ragionare affinché questi episodi non si verifichino più. Qui, oggi, c'è tanta gente e tanti ragazzi. Che questa morte, questo ennesimo femminicidio, possa essere d'esempio. Bisogna, con forza, dire no agli amori malati. Stiamo intanto immaginando delle iniziative per ricordare Tina. Non verrà dimenticata".
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