Un mese dopo l'avvio dell'incarico, si è svolto oggi il primo step dell'incidente probatorio per fare chiarezza sul tragico disastro della funivia del Faito, che ha causato la morte di quattro persone, tra cui tre turisti stranieri e il macchinista, il 17 aprile scorso. Al sopralluogo, che proseguirà domani, hanno preso parte i consulenti delle parti, tra cui l'ingegnere Fabrizio Pellegrino, nominato dalla famiglia Suliman attraverso il loro legale, l'avvocato Hilarry Sedu. Oggi l'incidente probatorio si è concentrato sul cavo di trazione strappato dalla testa fusa, nei pressi della stazione di Castellammare di Stabia; e in quella del Monte Faito, la puleggia praticamente divelta.
Gli accertamenti irripetibili hanno preso il via a un mese esatto dal conferimento dell'incarico e riguarda l'intera area del disastro, che è ancora sotto sequestro. I consulenti delle parti sono stati affiancati dalla Polizia di Stato e dai vigili del fuoco: in mattinata ci si è concentrati a valle mentre nel pomeriggio il gruppo si è spostato a monte. Un tragitto coperto, è stato stimato, in appena otto minuti dalle cabine.
A coordinare le indagini è un pool di magistrati appositamente costituito e composto dal procuratore Nunzio Fragliasso, dall'aggiunto Giovanni Cilenti e dai sostituti Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio. Gli indagati sono 26, tra cui l'ente gestore dell'impiato, l'Eav, e alcuni suoi dirigenti.
I reati contestati, a vario titolo, sono disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose.
Il sopralluogo di domani si concentrerà nel luogo, impervio, dove si trova la cabina precipitata: secondo quanto si è appreso in gruppetti di tre, i professionisti, equipaggiati e accompagnati dai vigili del fuoco, prenderanno visione della cabina e del luogo dove è precipitata. La zona sarà monitorata anche da un drone. Intanto si sta pensando alla rimozione, verosmilmente con un elicottero, e alla collocazione della cabina in un ricovero.
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