Il clima nel cantiere dei servizi ambientali di Castellammare di Stabia continua a surriscaldarsi. Dopo settimane di tensioni, proteste e segnalazioni, il confronto tra le sigle sindacali si trasforma in uno scontro aperto, che investe direttamente Comune, Velia Ambiente e Guardia di Finanza. Al centro del caso: accuse di discriminazioni verso i lavoratori, presunte firme postume delle presenze del giorno di sciopero del 17 novembre e un audio diffuso in chat che ha provocato un’ondata di reazioni indignate.
La scintilla arriva dalla richiesta urgente di incontro protocollata dalla FIAL Ambiente e Servizi, che scrive al sindaco, al segretario generale, al RUP, a Velia Ambiente e alla Guardia di Finanza denunciando un quadro che definisce “preoccupante”. Nel documento la sigla parla infatti di «condotte omissive del gestore dei servizi ambientali» e di lavoratori che continuerebbero a subire «discriminazioni, vessazioni già ampiamente denunciate» aggiungendo che «l’assenza di interventi tangibili alimenta nel responsabile del servizio un pericoloso delirio d’impunità». La FIAL chiede quindi un incontro immediato perché, si legge ancora, «Catello, Ciro, Aniello, Luca, Alfonso… i Lavoratori tutti possano lavorare come prevede la loro qualifica/mansione/livello retributivo/idoneità alla mansione e non per come intende il soggetto in parola». A spingere il sindacato all’azione è soprattutto un audio circolato tra i dipendenti in cui un responsabile di cantiere avrebbe invitato i lavoratori ad apporre la firma della presenza per la giornata di sciopero già trascorsa: «si è deciso che per tutti i Lavoratori che hanno aderito alla giornata di sciopero di poter firmare il giorno 17… chiedete ai responsabili di servizio». Una pratica che la FIAL definisce gravissima, sostenendo che la retribuzione di ottobre confermerebbe la sanatoria postuma delle presenze: «Gerarchia aziendale/esponente sindacale che fa firmare ai Lavoratori presenza postuma». Il documento punta il dito anche sull’assenza di sistemi elettronici di rilevazione: «Lo strumento del foglio firma consente ai signori che governano i cantieri di dettare legge e non regole, di promuovere illeciti e dispensare compensi che sottomettono e fidelizzano onesti padri/madri di famiglia». Ma lo scontro non si ferma qui. A stretto giro arriva il comunicato della FI.A.D.E.L Campania, che replica all’accusa definendo “strumentale” l’allarme lanciato dalla FIAL e attacca frontalmente il dirigente della sigla autonoma. Il testo si apre con un attacco sarcastico: «La sindrome del cane di piccola taglia, pur non definita scientificamente, è nota…», sostenendo che tale sindrome si manifesterebbe «con un atteggiamento di dominanza, una forte aggressività e una sopravvalutazione delle proprie capacità reali». La FI.A.D.E.L arriva a paragonare direttamente il segretario della sigla autonoma al caso descritto: «se l’ultimo comunicato di un segretario di un sindacato autonomo fosse stato scritto da un cane, con certezza, nei suoi confronti sarebbe diagnosticata la sindrome del cane di piccola taglia». La replica continua contestando la richiesta di incontro avanzata da FIAL: «il dirigente di questo sindacato autonomo si limita solamente a chiedere incontri per ottenere solo visibilità» aggiungendo che «non è chiedere un appuntamento ma è ottenerlo» ciò che fa la differenza, e accusando il sindacalista di «sopravvalutazione del proprio ruolo». Sul nodo della giornata di sciopero, FI.A.D.E.L capovolge l’accusa: «i suoi iscritti hanno “mortificato” i lavoratori… in quanto sono stati i primi ad accettare il pagamento della giornata di sciopero». Il comunicato poi affonda: «il segretario… ha solo due possibilità: espellere dal suo sindacato gli iscritti che hanno “mortificato” i lavoratori o comportarsi come se fosse colpito dalla sindrome del cane di piccola taglia e continuare ad abbaiare». I toni restano accesi fino alla conclusione, con tre “consigli” rivolti a FIAL, tra cui: «prima di contestare tenga conto che i suoi iscritti sono i primi beneficiari delle misure che dichiara di voler combattere»; «è stato meramente usato da alcuni lavoratori senza accorgersene»; e infine «non avere ambizioni maggiori delle proprie capacità… altrimenti si continua ad abbaiare semplicemente, come un cane di piccola taglia».
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