Nel dedalo di vicoli e calate del centro storico stabiese, in Largo Pace, si trova l’ex complesso monastico di Chiesa e monastero di Santa Maria della Pace - molto spesso indicato come “Palazzo Pace”. Costruito a partire dal 1525 su iniziativa dei Confratelli della chiesa della Beata Maria Annunziata, il monastero fu completato con l’annessa chiesa nel 1587. Dopo l’Unità e l’espulsione degli ordini religiosi, la struttura passò al comune, ospitando per decenni uffici, caserme, scuole, fino a diventare - negli anni trenta del Novecento - abitazione per i più poveri. Oggi, però, versa in uno stato di abbandono sostanziale: il complesso è chiuso da tempo, con portoni murati, e le opere d’arte trasferite altrove. Negli anni scorsi era stato portato avanti un piano per la riqualificazione dell’ex monastero: l’idea era di trasformarlo in un centro diurno per anziani e disabili, con un finanziamento di circa 5 milioni di euro. Ma esigenze di natura burocratica hanno determinato l'accantonamento di quel progetto. Il centro antico di Castellammare - con le sue vie acciottolate, i palazzi storici, le calate che si inerpicano verso la collina e le sue innumerevoli chiese - è un “scrigno di memoria” che racconta secoli di storia della città, tra civiltà marinara, cultura religiosa e stratificazioni urbane. Tuttavia, molte aree risultano in forte degrado. Dopo le ferite del terremoto del 1980 e decenni di incuria, vi sono oggi diverse aree che attendono un intervento di recupero, con ruderi, palazzi fatiscenti e rischi strutturali ben evidenti. Palazzo Pace e l’intero centro storico sono oggi al bivio: da un lato, il rischio concreto che decenni di abbandono e degrado continuino a consumare la città e la sua memoria; dall’altro, la speranza di restituire dignità ad edifici e strade carichi di storia.
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