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Castellammare - L'esultanza per la rete di Floriani Mussolini in Juve Stabia - Cesena varca i confini nazionali

I tifosi intonano come da consuetudine il cognome del calciatore andato in rete, per i social e i giornali è polemica

tempo di lettura: 3 min
23/12/2024 18:43:28

Quando al minuto 21 di Juve Stabia-Cesena le Vespe sono passate in vantaggio, era prevedibile che il gol avrebbe acceso un dibattito ben oltre i confini del calcio. L’autore della rete, risultato poi decisiva, è Romano Floriani Mussolini, giovane promessa proveniente dal settore giovanile della Lazio e portatore di un cognome che non passa inosservato. Se il primo cognome, Floriani, è quello del padre, il secondo, Mussolini, è un’eredità pesante legata alla madre Alessandra e, ancor più, al suo bisnonno Benito.

Dopo il gol, come da tradizione per ogni giocatore, lo speaker dello stadio ha annunciato il nome del marcatore, seguito dall’esultanza dei tifosi che hanno gridato il suo cognome a gran voce. Il cognome ripetuto e il gesto degli spettatori, che protraevano il braccio in avanti per accompagnare l’urlo, come fatto ad ogni rete della squadra stabiese, hanno subito attirato critiche da parte di chi ha visto nell’episodio un richiamo inappropriato al passato fascista del Paese. Ad alimentare la discussione, che nell’epoca dei social corre veloce, i video dell’esultanza dove è possibile vedere come non si tratti del saluto romano: c’è chi esulta con il pugno chiuso, chi con le due braccia, chi con il braccio sinistro. Eppure, tanto è bastato ad alzare l’hype sulla vicenda.

Ciò che in altre situazioni potrebbe apparire come una semplice celebrazione sportiva ha infatti suscitato reazioni forti, in particolare sui social, dove molti utenti hanno condannato l’episodio. In una città come Castellammare di Stabia, insignita della Medaglia d’Oro al Valor Civile per la sua resistenza al nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale, il dibattito è ancora più acceso. La storia locale testimonia un passato di lotte contro l’occupazione nazista e il fascismo, con l’apice raggiunto tra il primo e il 29 settembre del 1943, quindi prima delle Quattro giornate di Napoli, quando la città fu teatro di scontri armati, atti di guerriglia urbana, e sacrifici supremi da parte di operai, militari e civili che cercarono di difendere la libertà e l’onore del Paese.

Le polemiche non si sono fermate a livello nazionale, ma hanno presto attirato l’attenzione di testate internazionali, interessate all’impatto culturale e politico del cognome Mussolini in un contesto sportivo. Questa attenzione ha amplificato il caso, trasformandolo in un vero e proprio fenomeno mediatico.

Nonostante l’eco delle discussioni, né la società Juve Stabia né il calciatore hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. Romano Floriani Mussolini, che in passato ha espresso il desiderio di essere giudicato esclusivamente per le sue capacità sportive, ha mantenuto il silenzio, concentrandosi sulla sua prestazione in campo.

La partita contro il Cesena, che avrebbe dovuto rappresentare una semplice celebrazione sportiva, si è così trasformata in un simbolo di un dibattito più ampio. Da un lato, chi difende il diritto dei tifosi di celebrare senza secondi fini; dall’altro, chi sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza sul peso dei simboli e dei gesti legati alla storia. Quello che era iniziato come un gol per i tre punti delle Vespe potrebbe, nei prossimi giorni, trasformarsi in un caso ancora più discusso.

 

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