Ospiti illustri questa mattina all’evento interscolastico svoltosi all’ITIS Renato Elia di Castellammare di Stabia volto a ricordare le vittime innocenti di mafia e terrorismo. A trattare il delicato quanto importante argomento c’erano Federico Cafiero De Raho, ex procuratore nazionale antimafia, ed il presidente della fondazione Polis Don Tonino Palmese. A fare gli onori di casa, la preside Giovanna Giordano, affiancata dalla preside del liceo scientifico “Severi”, Elena Cavaliere.
“Difendete la vostra dignità, non fatevi mai mancare di rispetto e ripudiate l’omertà”. Federico Cafiero De Raho scava l’essenza della legalità raggiungendo le sue radici perché davanti ha una platea di ragazzi in piena formazione umana e culturale. L’ex procuratore nazionale antimafia è stato ospite d’eccezione, insieme al presidente della fondazione Polis Don Tonino Palmese, dell’evento in memoria delle vittime innocenti di mafie e terrorismo. L’incontro è stato denso di richiami a tragici fatti storici e di simboli come la riproduzione dell’agendina rossa di Paolo Borsellino, firmata dai dirigenti scolastici degli istituti organizzatori: il Liceo classico “Virgilio” di Meta, Iti Renato Elia e Liceo scientifico Severi di Castellammare, le cui aule magnae hanno ospitato l’evento. I ragazzi che hanno partecipato all’evento portavano al collo un cartoncino. Su ognuno di essi, vi era scritto il nome di una vittima della criminalità. “Imparate a non girare la testa dall’altra parte – dichiara De Raho- quando subirete delle ingiustizie, così come, quando si parla di mafia, la sola arma possibile che i cittadini hanno è la denuncia”. L’ex procuratore parla poi del suo passato da studente: “Al liceo sono andato avanti grazie allo sport – ricorda – non eccellevo nelle discipline ma adoravo lo sport per la sua etica e per il rispetto delle regole. Lo sport è stata scuola di vita che mi ha consentito di fare la scelta professionale più giusta, quella di magistrato, quella che sa discernere meglio il bene dal male e dare giustizia a chi la merita”.
Don Tonino Palmese, invece, inizia il suo intervento stravolgendo il titolo di un romanzo. “Più che va dove ti porta il cuore, bisognerebbe dire porta il cuore dove vai, perché il cuore ti può condurre anche su strade sbagliate”. Il parroco anticamorra, poi, si sofferma sulla forza della memoria. “I giovani oggi dimenticano presto, perché tutto è veloce ma la memoria è importante ma anche pericolosa. Conosco molti familiari delle vittime della mafia per i quali la memoria dei loro cari è diventata un muro. I muri portano all’isolamento, all’odio e, paradossalmente, ci rendono simili, per disumanità, agli esecutori dei delitti. La memoria – aggiunge – deve diventare ponte, il che, però, non significa perdonare”. La memoria ponte è anche un potente strumento di contrasto alle mafie. “Peppino Impastato era nato in un contesto mafioso, con familiari criminali, in una città illegale. Quando lo uccisero, i suoi assassini lo ritennero un nulla mischiato col niente. Invece quel giovane, con il suo sacrificio, è diventato un simbolo di legalità ed un’icona dell’antimafia, forse anche più eclatante del grande statista Aldo Moro”.
E’ stata invece la professoressa Giordano ad aprire l’incontro soffermandosi su un particolare concetto di bellezza mutuato dallo scrittore russo Dostoevskij. “E’ quella che risiede nella gente che lavora onestamente, nelle famiglie impegnate per la crescita dei propri figli, negli sforzi di imprenditori sani”. Ma la bellezza, seppur tragica, vive anche nella memoria di chi ha sacrificato la propria vita. “Anche le vittime di mafia ne sono un esempio. Il loro sacrificio è stato per la bellezza della giustizia. Infine – prosegue - la bellezza vive anche nelle scuole, costruita attraverso competenze culturali e relazioni umane”. Competenze come quelle artistiche di alcuni dei ragazzi dell’Iti che hanno disegnato le targhe che Madema ha realizzato e che il professor Guido De Prisco ha consegnato a Cafiero De Raho e Don Palmese. L’Impegno della scuola verso l’educazione dei ragazzi al rispetto delle regole, al Liceo classico “Virgilio” di Meta, passa anche attraverso progetti come “Le radici del futuro”.
“Giunto alla decima edizione- dichiara la preside Immacolata Arpino – questo percorso è stato realizzato in simbiosi con le forze dell’ordine. Mira all’inclusione e alla cittadinanza attiva, dunque, ad allontanare i ragazzi dal mondo virtuale dei social e del gaming online”. Pieno di speranza, invece, l’intervento della professoressa Carmen Sicignano, coordinatore dell’evento insieme al prof Tobia Cafiero: “Oggi sento più vicino a me Paolo Borsellino. Oggi il giudice è idealmente con noi. L’agenda rossa è un simbolo da condividere con i ragazzi. Se i giovani rifiuteranno la mafia, allora ci sarà la possibilità di creare una vita migliore”.
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