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Incidenti sospetti per truffare le compagnie assicurative. E’ su questo ce stanno indagando, anche in modo coordinato, diverse procure in Campania. Un business da cifre importanti alla cui base potrebbero esserci cittadini stabiesi e che potrebbe coinvolgere regione di tutta Italia. In particolare, sarebbero circa 150 i casi finiti sotto la lente delle magistrature che stanno ora indagando a 360 grandi su ciascuno di essi.
L’inchiesta è partita lo scorso anno quando alcune compagnie assicurative hanno allertato le forze dell’ordine su alcuni sinistri strali per i quali nutrivano forti sospetti e correlazioni. Intrecci di persone, tra cui periti, medici ed avvocati del comprensorio stabiese e dei Monti Lattari, che avrebbero messo in piedi una vera e propria “fabbrica” del “falso incidente”, con tanto di referti medici falsi.
Un modus operandi collaudato e reiterato: un banale danno ad un'autovettura (provocato spesso in maniera volontaria dai proprietari) viene subito trasformato in potenziale falso incidente.
Intanto, sempre in materia di truffe alle assicurazioni, si attende la nuova udienza nel processo che vede alla sbarra 11 persone tra Castellammare e il Piemonte, responsabili di aver stipulato contratti intestati a fantomatiche persone residenti in provincia di Torino, e poi rivenduti a cittadini del Napoletano. Tutto ciò, per avere dei notevoli risparmi sulle polizze. Il groppo stipulava polizze assicurative contraffatte presso una compagnia all'oscuro di tutto. Per fare ciò, utilizzavano dati e documenti d'identità falsi, tutti intestati a cittadini residenti nel torinese. Il tutto, allo scopo di vendere poi polizze automobilistiche molto convenienti a cittadini residenti nel Napoletano. In base alle indagini, a rivestire il ruolo di organizzatore del sodalizio, ci sarebbe stato un cittadino piemontese (insieme ad un complice), con la falsificazione dei documenti d'identità con i quali venivano realizzate le polizze, pure falsificate per abbassare il premio che avrebbero dovuto corrispondere i contraenti finali. I due, ritenuti a capo dell'organizzazione, sarebbero stati poi in contatto con i componenti napoletani dell'organizzazione, e con un agente assicurativo in servizio presso un'agenzia di Venaria (Torino) e coinvolto nella falsificazione dei documenti. Diverso invece il ruolo di un altro piemontese, che avrebbe messo a disposizione le sue carte di credito ricaricabili, sulle quali venivano versati i premi assicurativi poi divisi tra i vari membri dell'organizzazione. A procacciare i clienti sarebbero stati invece due coniugi stabiesi, titolari tra l'altro di una nota agenzia nel centro cittadino.
«Sicuramente in prospettiva dovremo migliorare nell'ultimo passaggio e nell'attaccare la porta. Giorgini e Gabrielloni rinforzi importanti, alla società ho chiesto 2 centrocampisti e altrettanti attaccanti»