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Castellammare - Camorra, è Raffaele Imperiale ora il ricercato numero uno della DDA

Dopo l'arresto di Antonio Di Martino, manca all'appello solamente Imperiale. Il broker stabiese si è nascosto negli Emirati Arabi, paese senza estradizione

tempo di lettura: 3 min
di genesp
30/12/2020 08:02:02

All'appello ne manca solamente uno. Da molti considerato il più grande broker della droga della criminalità organizzata capace di inondare di cocaina le piazze di spaccio napoletane. Di lui non si hanno foto, non si conosce la sua attuale forma fisica, non c'è un arresto (se non un fermo in Spagna qualche anno fa). È praticamente un fantasma. Ma dopo l'arresto di Antonio Di Martino, uno dei più pericolosi latitanti dell'area stabiese, gli sforzi della Direzione Distrettuale Antimafia sono tutti rivolti su di lui. Raffaele Imperiale, broker stabiese, è ormai il ricercato numero uno dell'Antimafia italiana che punta ad incastrarlo ormai da diversi anni senza mai riuscirci. Secondo fonti investigative, si è rifugiato negli Emirati Arabi Uniti nei quali porta avanti una vita fra alberghi ed auto di lusso. Il tutto senza preoccupazioni considerato che vive in un paese in cui può essere garantita l'estradizione solo dopo l'arrivo di una condanna definitiva. Ma questo non è il caso di "Lelluccio Ferrarelle".

La DDA sarebbe pronta ad arrestarlo ma i patti fra Stati bloccano l'operazione. Imperiale è stato colui che ha inondato di cocaina i quartieri di Scampia e di Secondigliano grazie ad un accordo stretto con i clan locali, in primis gli Amato. Ma prima di diventare il più importante trafficante internazionale di sostanze stupefacenti, "Rafael Empire" è partito da Castellammare, sua città natale, per poi raggiungere l'Olanda nella quale ha aperto un coffee shop di sua proprietà. Da lì i contatti con i primi trafficanti fino a tessere relazioni internazionali anche nel Sud America. È tornato quindi in Italia con una vasta rete di alleanze che gli garantivano il rifornimento di cocaina in tutti i porti più importanti, specialmente quelli campani. E così ha creato la sua fortuna che oggi si gode negli Emirati Arabi. Secondo molti addetti ai lavori, è stata anche una delle cause che ha portato allo scoppio della faida di camorra di Scampia. I suoi rifornimenti di polvere bianca mandarono infatti in tilt l'alleanza storica stretta fra i clan dell'area napoletana con alcuni di essi, in particolare gli Amato, che iniziarono a vendere la sostanza procurata da Imperiale ottenendo ricavi maggiori rispetto ai Di Lauro. Un guadagno che non passò inosservato e che determinò in parte lo scoppio della guerra.

Tuttavia nel 2016, probabilmente per ottenere uno sconto di pena e fare così ritorno in Italia, fece ritrovare in un casolare di Castellammare due Van Gogh rubati dal museo di Amsterdam e cercati per anni in tutto il mondo. Due quadri dal valore milionario che erano nascosti nella periferia stabiese, in una proprietà a lui riconducibile. Per tale ritrovamento potrebbe arrivare una rimodulazione della pena nel processo in atto (la Cassazione ha già chiesto alla Corte d'Appello di rivedere la pena di 8 anni e 4 mesi). Non si esclude inoltre un suo attuale coinvolgimento nella malavita napoletana e stabiese considerato che molte inchieste giudiziarie lo vedono ancora come referente per l'arrivo e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Per questo la DDA lo ha nel mirino da ben dieci anni anche se lui nel frattempo vive da latitante nel lusso investendo i suoi soldi negli Emirati Arabi.

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