Si alza il livello di allarme a Castellammare di Stabia dopo l’ennesimo episodio di microcriminalità che colpisce il centro cittadino. Questa volta a farne le spese è stato un bar situato in via del Carmine, preso di mira nella notte da una banda di malviventi.
Secondo una prima ricostruzione, ad agire sarebbero state diverse persone. Intorno alle due di notte, approfittando del buio che avvolgeva la zona a causa di un malfunzionamento della pubblica illuminazione, il gruppo ha forzato la saracinesca del locale e distrutto la porta d’ingresso in vetro, riuscendo così a introdursi all’interno dell’attività commerciale.
Il colpo si è rivelato di scarso valore economico: il bottino, secondo le prime stime, ammonterebbe a circa 25 euro. Restano però i danni materiali e, soprattutto, il segnale di una vulnerabilità che preoccupa residenti e commercianti. Un’azione rapida, avvenuta nel silenzio della notte, che riporta al centro il tema della sicurezza urbana e della prevenzione.
L’episodio di via del Carmine non è isolato, ma si inserisce in un contesto cittadino già segnato da altri fatti di cronaca avvenuti nei giorni scorsi, come le auto forzate in piazza Ferrovia e le segnalazioni di strade rimaste al buio in diverse zone centrali. Un quadro che contribuisce ad alimentare un clima di insicurezza diffusa, soprattutto in un periodo dell’anno particolarmente delicato come quello che precede il Natale.
A preoccupare è anche la coincidenza tra furti e carenze nell’illuminazione pubblica, un elemento che torna frequentemente nei racconti dei cittadini e che viene percepito come un fattore che facilita l’azione dei malviventi. Via del Carmine, come altre aree centrali della città, dovrebbe garantire visibilità e controllo, ma il buio notturno rischia di trasformarla in una zona d’ombra.
Il furto al bar diventa così l’ennesimo campanello d’allarme per una città che chiede maggiore attenzione, presidio del territorio e interventi tempestivi. Perché, al di là dell’entità del bottino, ciò che resta è la sensazione di una sicurezza fragile, che pesa sul quotidiano di chi vive e lavora a Castellammare di Stabia.
Le parole di mister Ignazio Abate, Leonardo Candellone e Alessandro Confente
