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Le cause dell’alcolismo e le tipologie di alcolisti

tempo di lettura: 5 min
27/09/2021 16:21:39

L’alcolismo, al giorno d’oggi, è una delle più diffuse forme di dipendenza. Le bevande alcoliche contengono degli elementi che agiscono direttamente su alcuni meccanismi del nostro cervello: esse causano astinenza, e portano allo sviluppo della cosiddetta tolleranza (in altri termini, la persona ha bisogno di quantità di alcool sempre maggiori con il passare del tempo).

L’alcool, inoltre, determina il craving: il desiderio incontrollabile della sostanza, che si manifesta con tremori, tachicardia, sudorazione, allucinazioni e altri sintomi che fanno chiaramente star male chi li prova. Il risultato, spesso, è che si assumono nuovamente gli alcolici per mettere a tacere queste avvisaglie, e si sprofonda ancora di più nel tunnel.

Il Centro San Nicola

Un ottimo centro specializzato nella cura delle dipendenze è il San Nicola: ad Arcevia, in provincia di Ancona, in un territorio immerso nella natura e quindi ideale per la riabilitazione e per la guarigione.

Il Centro San Nicola è uno dei fiori all’occhiello del nostro paese in questo ambito. I suoi ospiti provengono non solo dall’Italia, ma anche da altri luoghi come l’Olanda e il Regno Unito. L’equipe, composta da veri e propri professionisti, si serve di percorsi terapeutici su misura e di varie tecniche che spaziano dalla CBT – terapia cognitivo-comportamentale – fino alla mindfulness e alla facilitazione dei 12 passi.

Lo staff della struttura si occupa di diversi tipi di dipendenza. Da alcool, da droghe, da internet, sesso e gioco d’azzardo patologico. Il supporto si estende alla famiglia del paziente, che non di rado si trova in una situazione altrettanto difficile.

Come ha origine l’alcolismo

L’alcolismo è un’autentica malattia: è presente anche nel DSM-5, ed è il disturbo che colpisce coloro che non riescono a fare a meno delle bevande alcoliche.

Le cause dell’alcolismo, fondamentalmente, possono essere suddivise in tre categorie: ci sono quelle genetiche, quelle psicologiche e quelle ambientali e sociali. Per quanto riguarda le prime, è stato provato che in molti casi gli alcolisti hanno parenti stretti con la stessa problematica. È stata, cioè, attestata una componente ereditaria che determina una sorta di predisposizione nei confronti dell’alcool.

I fattori da cui nasce l’alcolismo possono essere anche psicologici. Hanno più probabilità di andare incontro a questa dipendenza le persone con un carattere insicuro, con bassa autostima, o con frequenti comportamenti impulsivi. Capita, in più, che l’alcool sia visto come una “via d’uscita” da altre patologie, tra cui l’ansia, lo stress, la depressione e così via.

Infine, l’alcolismo ha talvolta radici ambientali e sociali. Iniziano a bere gli individui che risentono di un contesto familiare complicato, che non sono in grado di instaurare relazioni, oppure che vogliono adeguarsi alla massa e imitare un gruppo di amici. Purtroppo, molti adolescenti cadono in questa spirale per sentirsi accettati dai propri coetanei.

La dipendenza può essere scatenata da un evento traumatico, un lutto, una separazione. Di solito non c’è un unico elemento, ma la problematica deriva dall’unione di più cause. L’importante è riconoscere quanto prima il pericolo, in modo da chiedere aiuto a esperti come quelli che formano il team del Centro San Nicola.

Tipi di alcolisti

Vi sono degli studi che dimostrano che non c’è una sola tipologia di alcolista. Il “bevitore”, cioè, può appartenere a un profilo o ad un altro.

Ad esempio, è opportuno distinguere l’alcolista solipsistico da quello autistico. Il primo vede l’alcool come un mezzo per liberarsi dagli standard troppo elevati che gli sono stati imposti; il secondo, come suggerisce la stessa etimologia del nome, beve da solo, è emarginato, non ha un vero e proprio rapporto umano da cui trarre sostegno.

C’è il bevitore compulsivo, ossia quello che sfrutta ogni occasione per consumare bevande alcoliche. Non è capace di imporre su di sé alcun controllo: beve in continuazione, fino a raggiungere uno stato di incoscienza. È la classica persona che “non riesce a smettere”, e che dopo brevi periodi di astinenza ricade subito nella dipendenza.

L’alcolista pulsionale sa di essere in difficoltà, ma ugualmente beve alcool perché ne ricava piacere. Quello gregario è colui che cerca la compagnia degli altri per bere: giusto per fare un esempio, è il tradizionale bevitore da bancone del bar.

Abbiamo anche l’alcolista reattivo, che usa l’alcool appunto per reagire – a circostanze complesse, a una delusione in amore o sul lavoro ecc. Il tipo meno inquadrato e schematico è il bevitore regressivo, che a volte mostra di sapersi controllare, altre volte diventa compulsivo.

Questa categorizzazione risale a Furlan e Picci, i quali la elaborarono nel 1990. Al di là di ciò, l’alcolismo è sempre un enorme rischio per il fisico e per la psiche. Sono notevoli i danni all’apparato digerente, a quello cardiovascolare, al sistema nervoso: per questo è essenziale cercare supporto esterno il più presto possibile. L’alcolismo grave può condurre anche alla morte, per ictus, infarto, oppure per l’interruzione delle funzioni respiratorie.

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