Il mondo si inchina davanti ad una delle squadre più forti di tutti i tempi, capace di riscrivere la storia confermandosi egemone in Europa portando a casa la 13° Coppa dei Campioni/Champions League al termine di una gara sempre sotto controllo. Da quando nel 1992 si cambia denominazione aprendo man mano la massima competizione continentale fino alle quarte classificate dei maggiori campionati europei, mai nessuna squadra era riuscita ad alzare al cielo la coppa dalle grandi orecchie per due stagioni di fila. Zinedine Zidane fa addirittura meglio, consegnando al museo del Santiago Bernabeu a Concha Espina ben 3 trofei di fila messi in cascina tra il 2016 ed il 2018.
Umile come pochi, l’ex calciatore nativo di Marsiglia non si è mai ritenuto il miglior tecnico, ma solo un uomo in grado di agire da esperto psicologo entrando nella testa dei suoi calciatori e gestendo i rispettivi ego per ottenere sempre il massimo da un gruppo che è il vero segreto di tanti successi in un lasso di tempo brevissimo.
La storia di Zidane è piuttosto curiosa. Dopo essere stato tra gli eroi della “Novena” grazie ad una rete di pregevole fattura in finale contro il Bayer Leverkusen, appende le scarpette al chiodo proprio a Madrid dove inizia a muovere i primi passi dall’altra parte del rettangolo verde. Prima una parentesi da vice di Ancelotti, quindi primo allenatore del Castilla senza far faville, addirittura mancando i play-off promozione in Segunda División. A gennaio 2016, a seguito dell’esonero di Rafa Benitez, riceve l’incarico di guidare la prima squadra: il resto è storia, con la fontana dedicata alla dea Cibele sempre strapiena di appassionati che si riversano nelle strade per festeggiare una squadra spettacolare e vincente.
Il tecnico madridista schiera la stessa squadra scesa in campo a Cardiff contro la Juventus, mentre il Liverpool si affida al tridente formato da Salah, Firmino e Manè per mantenere in apprensione la difesa dei bianchi di Spagna, a trazione offensiva per vocazione. Gli inglesi puntano a difendere, con linee corte e strette per chiudere qualsiasi spazio, affidandosi soltanto alla velocità di Manè per provare ad aprire qualche crepa in una retroguardia dove Varane sonnecchia al contrario di Sergio Ramos che è invece straripante. Casemiro scherma le linee di passaggio per Firmino che non entra mai in partita, mentre Cristiano Ronaldo sfiora il vantaggio con una conclusione a incrociare che esce di pochissimo oltre la trasversale. Lacrime amare per Salah e Carvajal costretti a uscire anzitempo per infortunio, mentre la gara non offre molti spunti ravvivandosi in una seconda frazione di gioco da sballo. Isco centra in pieno la traversa con un pallonetto su Karius in uscita, quindi l’estremo difensore tedesco commette un errore gravissimo che sblocca la contesa: rinvio sui piedi di Benzema (3 reti tra semifinali e finale) che non crede ai propri occhi, scarta il gentile omaggio e deposita in rete a porta vuota. Il Liverpool reagisce, trovando subito il pari con la stoccata di Manè sugli sviluppi di un corner. Nel momento topico della gara, Zidane estrae il coniglio dal cilindro indirizzando la partita verso Madrid. Fuori Isco e dentro Bale, con il gallese deciso a dare tutto sé stesso per dimostrare di non meritare le tante, forse troppe panchine in Champions League pur attraversando un momemto di grazia con 4 reti nelle ultime 4 partite in campionato. Pochissimi minuti, e l’espresso di Cardiff si prende la scena, consegnando ai posteri un gesto atletico da consegnare alla storia del calcio come dei gol più belli mai realizzati in una finale di Champions. Marcelo pennella dalla sinistra con un cross all’altezza giusta per la rovesciata di Gareth Bale che piazza la sfera all’incrocio dei pali. Manè potrebbe riaprire la gara ma incrocia troppo il tiro e centra soltanto il palo esterno, poi è ancora Karius il protagonista in negativo pagando la pressione di una gara dal coefficiente di difficoltà altissimo, non trattenendo una sassata dalla lunga distanza di Bale che si infila alle proprie spalle in maniera beffarda.
È apoteosi Real. Al triplice fischio finale, capitan Sergio Ramos piazza la bandierina con lo scudo madridista sul prato di Kiev. Conquistata la capitale ucraina, come già in passato Cardiff, Milano, Lisbona, Glasgow (2 volte), Parigi (2 volte), Amsterdam, Bruxelles (2 volte), Stoccarda e la stessa Madrid. L’Europa è terra di conquista del Cid Zidane, che in quest’ultima edizione dopo aver assoggettato Psg, Juventus e Bayern Monaco, annienta le velleità del Liverpool con sconvolgente semplicità.
Un successo che permette a Cristiano Ronaldo, il miglior calciatore al mondo, di mettere una seria ipoteca sul sesto pallone d’oro. Il portoghese non smette di superare ogni record individuale: 7 volte massimo goleador della Champions League, calciatore con più finali disputate in carriera: 6. E ben 5 vittorie. Da solo, l’astro lusitano ha vinto le stesse Champions League di Barcellona, Bayern Monaco e Liverpool. Senza alcuna voglia di fermarsi.
REAL MADRID – LIVERPOOL 3-1
Reti: 6’ st Benzema (R), 10’ st Manè (L), 19’ st Bale (R), 38’ st Bale (R)
REAL MADRID (4-3-1-2) Navas; Carvajal (37’ pt Nacho), Varane, Sergio Ramos, Marcelo; Modric, Casemiro, Kroos, Isco (16’ st Bale); Benzema (44’ st Asensio), Cristiano Ronaldo.
All: Zidane
LIVERPOOL (4-3-3) Karius; Alexander-Arnold, Lovren, Van Dijk, Robertson; Wijnaldum, Henderson, Milner (38’ st Emre Can); Salah (31’ pt Lallana), Firmino, Manè.
All: Klopp
Arbitro: Mazic (SRB)
Note: Ammoniti: Manè (L). Corner: 9-5. Recupero: 3’ pt, 4’ st.
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Il tecnico delle vespe entusiasta per la qualificazione ai Play Off, ma avverte: «Il focus è sul presente. America? È il viaggio che conta. Buglio? L'infortunio è meno grave del previsto, è un giocatore essenziale per noi.»