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Castellammare - Sviluppo del porto, il futuro prende forma

Dal ribaltamento a mare al traffico marittimo: il percorso verso il nuovo piano regolatore.

tempo di lettura: 2 min
di Alessio Esposito
26/08/2025 17:33:52

C'è un percorso in atto da tempo verso i nuovi piani regolatori portuali in Campania. La Regione e le Autorità di sistema hanno avviato un processo destinato a ridisegnare lo sviluppo delle città costiere e, inevitabilmente, la geografia economica del Mezzogiorno. In questo quadro, Castellammare di Stabia non resta alla finestra: il porto, da sempre cuore pulsante della città, è al centro di una riflessione sul suo futuro, con ipotesi che spaziano dal potenziamento dei traffici commerciali a una possibile rinascita del segmento crocieristico.

Tra i temi più rilevanti c’è il ribaltamento a mare del cantiere navale, una trasformazione radicale che aprirebbe nuove prospettive sia per l’industria cantieristica sia per la configurazione del waterfront stabiese. L’operazione, complessa e delicata, punta a creare spazi operativi aggiuntivi e a liberare aree preziose in prossimità del centro urbano, con ricadute sul piano urbanistico e turistico. Una scelta che, se portata a compimento, cambierebbe non solo l’assetto del porto, ma l’identità stessa della città, storicamente legata alla sua tradizione navale.

Il confronto, però, non riguarda soltanto la cantieristica. Il nuovo piano regolatore, nelle intenzioni, dovrà considerare anche l’incremento del traffico marittimo, con attenzione particolare ai collegamenti passeggeri. Castellammare, porta naturale verso la Penisola Sorrentina e Capri, può tornare a svolgere un ruolo di snodo nei flussi turistici del Golfo di Napoli, recuperando centralità in un sistema portuale che negli anni l’ha vista perdere competitività rispetto a Napoli e Sorrento.

In prospettiva, resta aperta anche l’ipotesi di una riapertura al segmento crocieristico. La città, che vanta un passato di rilievo come scalo per imbarco e sbarco, potrebbe intercettare le nuove rotte, interessate a porti di charme più che ai grandi hub. L’idea, ancora allo stato embrionale, guarda a una dimensione polifunzionale del porto stabiese, capace di integrare la vocazione industriale con quella turistica.

Naturalmente, il tutto dipenderà dalle risorse disponibili e dalle scelte politiche. Senza un piano regolatore aggiornato, ogni ipotesi resta sospesa; con un documento approvato, invece, la città potrà candidarsi a fondi nazionali ed europei dedicati alla portualità e alla transizione ecologica. È questa la logica del percorso avviato: dotarsi di uno strumento che non sia soltanto un adempimento urbanistico, ma una visione di lungo respiro, capace di proiettare Castellammare nel futuro dei traffici e del turismo marittimo.

Il porto stabiese si trova così di fronte a un bivio: restare ancorato a un glorioso passato o cogliere l’opportunità di un nuovo ciclo di sviluppo che intrecci innovazione, turismo e cantieristica. La direzione è segnata, ma la sfida resta quella di trasformare un percorso avviato in risultati concreti.

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