A 24 ore dalla vigilia dell’Immacolata, Castellammare di Stabia resta scossa dalle polemiche. Il sindaco Luigi Vicinanza, già costretto a scusarsi con i cittadini per il flop dei falò, ha spiegato anche la questione più dibattuta degli ultimi tempi: le luminarie. "Per la prima volta sono totalmente a carico dell’amministrazione comunale, i commercianti che in passato si sono fatti carico di gran parte dei costi per l’illuminazione non hanno speso un centesimo se non per il singolo negozio", ha dichiarato il primo cittadino, respingendo parte delle accuse e rivendicando lo sforzo economico sostenuto dal Comune.
Nonostante queste precisazioni, la festa più identitaria della città ha lasciato un senso diffuso di delusione. I falò allestiti in villa comunale - tradizionalmente momento centrale dell’8 dicembre stabiese - si sono infatti spenti in pochi minuti, sotto gli occhi increduli dei cittadini accorsi per un rito popolare che, da generazioni, segna l’inizio delle festività. Anche le luminarie, giudicate da molti troppo scarne rispetto ai costi sostenuti, hanno alimentato dubbi e critiche sulla qualità dell’allestimento e sulla gestione complessiva dell’evento.
Le polemiche si sono rapidamente allargate oltre il malcontento dei cittadini. L’opposizione ha chiesto chiarimenti sulle procedure di affidamento dei falò e sull’entità della spesa per le illuminazioni, sollevando questioni di trasparenza amministrativa e di corretto utilizzo delle risorse pubbliche. Un evento pensato per unire la città si è così trasformato in un caso politico, mettendo in evidenza fragilità organizzative e un evidente deficit di programmazione.
Intanto, mentre in villa comunale resta l’immagine di un evento sottotono, nei quartieri popolari continuano ad accendersi falò spontanei, non autorizzati, uno scenario che "sopravvive" al di là delle scelte istituzionali.
La città attende ora risposte sulle procedure adottate, sulle responsabilità e sulle capacità future dell’amministrazione di garantire trasparenza, qualità e spettacolo nelle prossime festività. Perché la festa dell’Immacolata, simbolo di identità e coesione, quest’anno ha acceso soprattutto domande.