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Castellammare - La città assuefatta

Lettera aperta alla città: «Dobbiamo decidere da che parte stare»

tempo di lettura: 5 min
09/12/2025 09:00:26

Lettera aperta alla città

La città assuefatta

Il motto della città di Castellammare è “post Fata Resurgo”. Quante volte ce lo siamo detti nei momenti peggiori per trovare dentro di noi il coraggio della speranza, la forza per rialzarsi dopo una dolorosa caduta: è la nostra storia, siamo precipitati tante volte e sempre con più determinazione siamo risorti, anche quando il Vesuvio ha cancellato l’antica Stabiae, i nostri “padri” hanno ricostruito la città ed hanno attraversato gli oceani del tempo per arrivare al nostro presente.

Per la prima volta, dentro di me, avverto un sentimento di sconforto e di rassegnazione e non riesco ad invocare quell’antico brocardo latino che, come una bussola infallibile, ha indicato la rotta della nostra navigazione nei mari perigliosi delle nostre vite individuali e collettive.

La Camorra in questi anni ha manomesso quella bussola e noi ci siamo persi nel mare dove scompare il confine tra il bene ed il male, tra il giusto e l’ingiusto, tra il bello ed il brutto.

Un’immagine più di tutte mi ha segnato negli ultimi mesi, quel palco allestito per festeggiare la Juve Stabia e i camorristi che rivolgendosi ai tifosi intonano la canzone “Castellammare siamo noi, siamo noi, siamo noi”.

Forse è così: Castellammare sono loro, con la nostra assuefazione.

Lo sapevamo che la camorra è da tempo protagonista imprenditoriale delle nostre vicende calcistiche? Io penso di sì e abbiamo chiuso gli occhi perché dentro di noi è prevalsa l’assuefazione all’esistente intenso come immutabile.

Lo sapevamo che strada per strada, negozio per negozio si paga il pizzo? Io penso di sì e abbiamo continuato a pagare perché dentro di noi è prevalsa l’assuefazione all’esistente inteso come condizione necessaria del nostro vivere quotidiano.

Lo sapevamo che le imprese pagano una percentuale sui lavori da eseguire? Io penso di sì e abbiamo continuato a pagare questa tassa alla camorra, perché dentro di noi è prevalsa l’assuefazione all’esistente inteso come presente infinito.

Lo sapevamo che decine di candidati al Consiglio Comunale sono parenti, affini, cumparielli e sodali dei camorristi? Io penso di sì ma abbiamo continuato a votarli perché dentro di noi è prevalsa l’assuefazione all’esistente inteso come equilibrio insuperabile.

Solo una città assuefatta può giustificare il quadro che sta emergendo dalle ultime inchieste della magistratura, solo una città assuefatta può giustificare la Camorra come parte integrante ed irrinunciabile della propria cifra identitaria.

Il punto è proprio quel coro, Castellammare siamo noi e forse è venuto il momento di capire chi vogliamo essere veramente, se gridarlo ancora una volta quel post Fata Resurgo e liberarci dalla Camorra o continuare ad accettarla la camorra, perché è parte della città come il Cantiere navale e la Cassa Armonica.

Negli anni novanta, quando si contavano i morti per strada ogni giorno, furono i giovani ad alzare la voce, a chiedere futuro, sogno, bellezza ed oggi la speranza mia è che dai giovani possa ripartire il viaggio della nostra comunità, che si mette in cammino per ritrovare la sua anima.

Dai giovani siamo ripartiti l’anno scorso, con Sandro Ruotolo, con tante associazioni e con tanti cittadini che non si “rassegnano”: abbiamo dato vita all’Osservatorio stabiese contro la Camorra, abbiamo studiato, con il supporto fondamentale della facoltà di sociologia della Federico II, gli atti giudiziari, le cronache dei giornali, i flussi elettorali e abbiamo lanciato un allarme.

Non ci hanno applaudito, siamo stati denigrati ed isolati ma siamo andati avanti convinti che la battaglia contro la camorra è una battaglia di liberazione e di futuro irrinunciabile.

Ci dobbiamo dire la verità.

Dopo lo scioglimento dell’ultimo Consiglio Comunale, la città non ha reagito, non c’è stato un moto di indignazione e di riscossa civile, una discussione ed un ragionamento all’altezza della sfida e abbiamo vissuto le ultime elezioni reclutando ancora una volta decine e decine di portatori di voti, perché ancora una volta è prevalso l’imperativo del “vincere a tutti i costi”, perché come dice uno dei protagonisti di un meraviglioso film di Francesco Rosi “l’indignazione morale in politica non serve a niente, l’unica cosa che conta è non perdere”.

Questo vale per Castellammare come per tantissime città della Provincia di Napoli dove chiamiamo “campo largo” un’alleanza elettorale tra partiti non più in grado di selezionare la propria classe dirigente e false liste civiche sempre più permeabili da parte delle organizzazioni criminali.

Sandro Ruotolo prima dell’estate, prima dell’esplosione delle inchieste giudiziarie, invitò la città a decidere da che parte stare; io penso che il punto è proprio questo: dobbiamo decidere da che parte stare e costruire con la stragrande maggioranza dei cittadini stabiesi “un’alternativa all’assuefazione” e una nuova “speranza”.

La Magistratura e le forze dell'Ordine, che dobbiamo ringraziare e sostenere per il prezioso lavoro svolto, andranno avanti, noi dobbiamo pensare al futuro, assumendo fino in fondo il carico degli errori commessi nel passato, lontano e recente.
È possibile, è necessario, facciamolo, ancora una volta, ma questa volta facciamolo fino in fondo.

Nicola Corrado

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