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Castellammare - Lavori EAV, appello al Ministro: «Fermi tutto, è una seria minaccia al patrimonio archeologico nazionale»

L'on. Arturo Scotto scrive a Sangiuliano: «Fermi un’opera dal forte impatto ambientale, uno schiaffo all’archeologia vesuviana, e rafforzi invece il programma di tutela e valorizzazione del patrimonio dell’antica Stabiae».

tempo di lettura: 3 min
19/04/2023 14:01:15

«I lavori al raddoppio dei binari nel tratto tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia rappresentano una seria minaccia al patrimonio archeologico nazionale». Lo afferma l’on. Arturo Scotto che ha indirizzato per questo una lettera al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. «Signor Ministro - ricorda Scotto nella missiva - Lei sta realizzando da mesi un tour nelle bellezze della Campania, facendo sopralluoghi in siti e monumenti straordinari, da Napoli a Pompei fino all’ultimo di venerdì Annunziata. Ma questo non basta. Le chiediamo di fare anche un tour delle brutture e degli scempi, come quello che si sta perpetrando a Castellammare di Stabia. Fermi subito i lavori per un’opera che in tanti ritengono inutile e che sta violentando il fronte naturalistico e ambientale delle colline che incombono sul centro abitato di Castellammare di Stabia. Nel corso dei lavori – come ampiamente previsto dalla letteratura archeologica – sono venuti alla luce resti importanti di epoca romana, connessi alla cd. Villa del Belvedere, scavata dai Barbone nel Settecento, mentre alcuni anni fa strutture di epoca tardo antica sono emerse in piazza Unità d’Italia (davanti alla stazione Circum di Castellammare di Stabia). In entrambi i casi le competenti soprintendenze hanno vigilato, ma quello che ora serve, Singor Ministro, è fermare tutto e fermarsi a ragionare fino a che siamo in tempo. È seriamente minacciato il patrimoni archeologico e il ministero della Cultura non può voltarsi dall’alta parte. Né la giustificazione può essere: sono lavori dati in concessione, se li fermiamo chi pagherà le riserve di legge, come dichiarato alla stampa dai vertici della società Eav».

Quindi, gli effetti colletarali da evitare, come la realizzazione del sottopasso in via Cosenza. «La Campania non è solo bellezze - dice Scotto - ma anche minacce all’ambiente , al paesaggio e al patrimonio culturale. È necessario che si convochi subito un tavolo tra Ministero della Cultura, Regione Campania e Comune di Castellammare di Stabia per rivedere scelte compiute oltre 20 anni fa e non più rispondenti ai bisogni della collettività e del trasporto ferroviario. Addirittura, il progetto in corso prevede lo scavo di un sottopasso stradale che condannerebbe all’isolamento per anni il quartiere San Marco, popolosa zona di Castellammare che ospita, tra l’altro, anche lo stadio comunale e collega l’area stabiese con i Comuni dell’entroterra».

Ritornado sul traforo nella collina di Varano, Scotto prosegue. «La realizzazione del tunnel sta intervenendo in un’area di particolare pregio e delicatezza, dove sorgono le Ville residenziali d’epoca romana di Stabiae edificate lungo il ciglio del pianoro, si trova la cd. Grotta di San Biagio (ipogeo paleocristiano con affreschi in stile bizantino e longobardo) e si hanno testimonianze di archeologia urbana nel centro antico di Castellammare che già nell’Ottocento e nei primi del Novecento restituì statue, lapidi ed altri materiali di epoca romana conservate nei musei di Napoli e Castellammare. Signor Ministro, fermi un’opera dal forte impatto ambientale, uno schiaffo all’archeologia vesuviana, e rafforzi invece il programma di tutela e valorizzazione del patrimonio dell’antica Stabiae già avviato dal Parco archeologico di Pompei e metropolitana di Napoli. In questo quadro si inserisce l’apertura del Museo di Stabiae al Palazzo reale di Quisisana nel 2020 e la destinazione dello stesso immobile storico, di proprietà comunale dotato di un ricco parco botanico, a Scuola nazionale di restauro, così come previsto con Deliberazione Cipe n. 162 del 6 agosto del 1999, scuola di restauro alla base del finanziamento del recupero del Quisisana e ubicata in locali attualmente liberi dell’edifico borbonico e che consentirebbe di dotare il Parco di Pompei di una struttura qualificata al servizio dell’intero territorio vesuviano. Signor Ministro, avvii questa azione coinvolgendo anche il Comune di Castellammare di Stabia e la Regione Campania, oltre che le università campane, in una grande programma di ricerche e restauri. Programma che non sarà credibile se da un lato si parla di tutela e dall’altro si consente di sventare la collina dell’antica Stabiae» conclude l'appello di Scotto.

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