A Castellammare di Stabia proseguono le polemiche per la riapertura parziale del complesso delle Antiche Terme. Ad intervenire questa volta è stato il consigliere comunale di minoranza Mario D'Apuzzo. Per l'ex candidato sindaco, la riapertura parziale del Parco delle Antiche Terme è un’operazione che si configura più come un’azione di facciata piuttosto che come una soluzione concreta e duratura per la valorizzazione di un patrimonio cittadino di inestimabile valore.
Attraverso una nota stampa incisiva, D'Apuzzo esprime la sua indignazione per quanto definisce "operazioni inutili" che si caratterizzano per il loro carattere temporaneo e privo di una visione strategica. La situazione ipotizzata, con le fonti termali ancora chiuse e il divieto di accesso all’acqua, porta il consigliere a chiedere: "Che senso ha riaprire un parco termale senza terme?" Una domanda sconvolgente che riflette il disorientamento e la frustrazione dei cittadini, che vedono i propri soldi spesi in iniziative che non producono valore.
L’allerta sollevata da D'Apuzzo va oltre il mero discontento: mette in luce un tema cruciale riguardante la responsabilità di chi amministra le risorse pubbliche. "Pagare le tasse non significa cedere la proprietà del proprio denaro", afferma il consigliere, richiamando all’attenzione il legame fiduciario tra cittadini e istituzioni. La spesa pubblica deve tradursi in servizi e infrastrutture utili alla comunità, e ogni euro sprecato rappresenta non solo una perdita finanziaria, ma una sottrazione di opportunità per le famiglie, i giovani e l’intera città.
D'Apuzzo non si ferma qui, proponendo di portare la questione all'attenzione della Corte dei Conti, non per punire, ma per rivendicare un principio basilare: "Il denaro pubblico è sacro e deve essere gestito con responsabilità". Questo richiamo alla trasparenza e alla lungimiranza si fa forte in un momento in cui Castellammare di Stabia meriterebbe un piano concreto e strutturato per le Terme, piuttosto che interventi superficiali che possono facilmente apparire come "maquillage" per scopi politici.
Il consigliere conclude la sua analisi sottolineando che ogni spreco non è solo un insulto al buon senso amministrativo, ma un vero e proprio "furto di fiducia". La fiducia, si sa, è un bene prezioso: una volta perduta, non si riacquista con facili promesse o interventi temporanei.
In un contesto sempre più critico per la gestione delle risorse pubbliche, le parole di Mario D'Apuzzo suonano come un monito e un appello a un cambio di rotta. La città di Castellammare di Stabia, con la sua storia e il suo patrimonio, attende una visione che possa realmente restituirle il valore delle sue terme, e con esse una parte fondamentale della propria identità.
«Finalmente ci riprendiamo il nostro mare»: l’Arenile torna a vivere e i cittadini guardano con fiducia al futuro della costa stabiese, anche in vista di una possibile lottizzazione di via De Gasperi.