«Castellammare di Stabia sta attraversando una fase complessa e delicata. Una fase che richiederebbe lucidità politica, responsabilità diffusa e senso di comunità.» È questo l’appello lanciato da Tonino Esposito, Maria Amodio, Laura Della Monica e Michele Starace in un intervento che suona come una denuncia chiara e diretta: il PD, forza centrale della coalizione che ha vinto le ultime elezioni comunali, è stato progressivamente escluso da ogni ruolo decisionale. «Un partito che avrebbe dovuto rappresentare l’anima politica dell’amministrazione, oggi si trova ridotto a una mera comparsa delle scelte che vengono prese.» A pesare, secondo i firmatari, è l’assenza di una vera guida politica, l’incapacità di costruire una direzione condivisa, il blocco di ogni confronto interno a partire dal congresso cittadino, più volte rimandato. «Il Partito Democratico -sottolineano- che è stato la forza centrale delle elezioni comunali e che ha sostenuto con determinazione la candidatura del Sindaco, oggi si trova ridotto a una presenza marginale e silenziosa. È stato progressivamente escluso da ogni reale funzione di indirizzo, ostaggio di equilibri interni mai chiariti che continuano a impedire un percorso democratico autentico, a partire dal congresso cittadino. Tutto questo accade in una città dove il Partito Democratico continua a essere il primo partito in termini di consenso tra i cittadini. Tuttavia, quel patrimonio di fiducia e partecipazione, costruito con impegno negli anni, si è progressivamente indebolito a causa dell’assenza di una guida politica stabile e di un confronto strutturato. Dall'insediamento della nuova amministrazione, si è interrotto ogni percorso di dibattito a partire dal congresso cittadino, che è stato rimandato in nome di problematiche interne. Sono troppi, oggi, i temi accennati e mai discussi come il PUC, la questione del porto e di Fincantieri, l’assenza di un piano spiagge, il futuro Ospedale, il rilancio del Faito dopo la tragedia della funivia, nessuna discussione in vista delle prossime elezioni regionali. Noi crediamo che il Partito Democratico debba tornare ad essere ciò che è stato e ciò che promette di tornare ad essere: un partito, una comunità politica che si fonda sulla democrazia, sul confronto, sulla costruzione collettiva. Un luogo aperto, inclusivo, che si interroga e discute, che guida e non subisce.» I firmatari non usano mezzi termini: serve “una fase di verità e coraggio”, che parta dal ritorno alla politica come costruzione collettiva, e non come somma di interessi. Pertanto, il partito chiede di convocare un congresso cittadino «Che si riparta dalla discussione pubblica, dalla restituzione politica, dalla progettualità condivisa. Che si torni a parlare con la città, con le sue realtà sociali, le competenze diffuse, i giovani, le energie che ancora credono in una politica capace di trasformare le cose. Castellammare -concludono- non può permettersi un Partito Democratico che rinuncia a fare politica. E noi preferiamo non lasciarci trascinare da questa direzione!»
«Finalmente ci riprendiamo il nostro mare»: l’Arenile torna a vivere e i cittadini guardano con fiducia al futuro della costa stabiese, anche in vista di una possibile lottizzazione di via De Gasperi.