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Castellammare - Igiene urbana, i lavoratori chiedono un confronto con il sindaco

«Si imapri dal passato. Chiediamo di partecipare alle scelte per il futuro del servizio».

tempo di lettura: 3 min
04/08/2025 12:51:30

Una missiva firmata da 130 lavoratori della Velia Ambiente ed indirizzata al sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza, al presidente del consiglio Roberto Elefante ed ai gruppi consiliari  per chiedere “un confronto urgente sulla gestione del servizio di igiene urbana e tutela dei lavoratori”.
La lettera è stata protocollata questa mattina ed arriva in un momento delicato nel rapporto tra la ditta che gestisce il servizio di igiene urbana a Castellammare di Stabia ed il Comune.

«In questi giorni – si legge nella lettera sottoscritta da lavoratori e sindacati - si torna a parlare della possibile rescissione del contratto per la gestione del servizio di igiene urbana nel Comune di Castellammare di Stabia. Noi lavoratori del Cantiere di Castellammare di Stabia Comparto Igiene Ambientale sentiamo il dovere di intervenire pubblicamente per raccontare, con chiarezza e responsabilità, ciò che abbiamo vissuto sulla nostra pelle in questi anni, e perché oggi siamo seriamente preoccupati. Non possiamo dimenticare il fallimento della Multiservizi S.p.A., una società partecipata che per anni ha rappresentato un'eccellenza nel nostro territorio, operando anche nei comuni di Lettere, Casola, Gragnano, Sant'Antonio Abate e Santa Maria la Carità. La sua fine è stata causata da precise responsabilità politiche e gestionali: decisioni sbagliate, gestione opaca e scarsa attenzione verso il servizio pubblico e i suoi lavoratori. Quel fallimento ha segnato un punto di svolta: si è passati alla gestione privata, ma anche lì non sono mancate gravi difficoltà. Nel 2015, sotto una gestione privata, fummo proprio noi lavoratori a chiedere con forza la rescissione del contratto. Non percepivamo gli stipendi, vivevamo nell'incertezza quotidiana e fummo costretti a rivolgerci direttamente al Comune per interrompere un'esperienza che stava minando la nostra stabilità economica e la nostra dignità lavorativa. Sappiamo bene, sulla nostra pelle, cosa significa subire le conseguenze di gestioni sbagliate. A questo si è aggiunta un'ulteriore fragilità: negli ultimi dieci anni il Comune ha subito ben tre commissariamenti, senza mai creare le condizioni per un confronto costruttivo tra lavoratori, istituzioni e cittadinanza. Non abbiamo mai avuto interlocutori stabili, né occasioni vere di dialogo. Nessuna programmazione, nessuna strategia, solo decisioni imposte dall'alto, senza ascolto. Uno degli episodi più gravi si è verificato durante l'ultimo commissariamento, quando il capitolato dell'appalto fu approvato senza alcun confronto con i lavoratori. Una decisione unilaterale che generò forte malcontento e ci spinse a proclamare uno sciopero generale, un gesto estremo ma necessario per farci ascoltare e difendere i nostri diritti. Oggi, mentre si ipotizza nuovamente una rescissione contrattuale, chiediamo che ogni scelta venga fatta con rigore, trasparenza e responsabilità. È doveroso evitare che la storia si ripeta, e che a pagare siano sempre e solo i lavoratori. Come lavoratori, chiediamo con fermezza. Che ogni decisione sull'appalto sia fondata su elementi concreti, trasparenti e documentati; Che si rifletta seriamente sulle esperienze del passato, per evitare di ripetere errori già vissuti e fare scelte consapevoli e responsabili; Che le rappresentanze dei lavoratori siano coinvolte attivamente in ogni fase del confronto; Che siano garantite continuità occupazionale, sicurezza nei luoghi di lavoro e qualità del servizio reso alla cittadinanza. I lavoratori e le loro rappresentanze sindacali chiedono un incontro urgente al Sindaco, affinché si apra finalmente un tavolo di confronto reale, stabile e trasparente, che metta al centro il rispetto per il lavoro e per la città. Non siamo qui a difendere aziende, ma a tutelare il lavoro che ogni giorno svolgiamo con serietà e sacrificio. Siamo pronti al confronto, come sempre lo siamo stati, ma non accetteremo più di essere le vittime silenziose di scelte sbagliate. Abbiamo già dato, ora vogliamo verità, responsabilità e rispetto» concludono.

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