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Verso Napoli-Parma. Il giornalista di Radio Bruno Guglielmo Trupo «La gara si deciderà sugli esterni: sfida tra Kvara e Man»

«Il Napoli è una squadra fortissima, ma mister Pecchia resterà fedele alla propria filosofia di gioco»

tempo di lettura: 6 min
di Giovanni Minieri
31/08/2024 12:15:17

Dopo il primo successo interno stagionale contro il Bologna, Di Lorenzo e compagni tornano questa sera in campo per la doppietta casalinga in un Maradona stracolmo di entusiasmo dopo gli arrivi di Lukaku, McTominay e Gilmour. Prima della sosta per le Nazionali arriva in Campania un’altra squadra emiliana, che dopo aver dominato l’ultimo campionato di Serie B, si sta già rivelando come una solida realtà nella categoria superiore, mostrando un gioco tra i più belli ed efficaci. Si tratta del Parma guidato in panchina dal grande ex Fabio Pecchia: 152 presenze e 21 reti in 5 stagioni in maglia azzurra, (in due parentesi dal 1993 al 1997 e poi di nuovo nel 2000/2001), fino al ritorno da allenatore come vice di Rafa Benitez. Il tecnico nativo di Formia è alla sua terza stagione di fila nella città che ha dato i natali a Giuseppe Verdi, e dopo aver riportato il Parma in Serie A al secondo tentativo, non ha alcuna voglia di fermarsi. Con personalità e sfrontatezza, i gialloblù hanno raccolto ben 4 punti nelle prime 2 gare della stagione, superando il Milan nell’ultimo turno al termine di una gara dove i più quotati rossoneri non sono riusciti ad entrare in partita per oltre un’ora. C'è grande attesa per il duello a distanza tra Kvaratskhelia e Man, come ci racconta Guglielmo Trupo, giornalista di RadioBruno e vicino alla vicende della squadra cara al presidente Krause.  

Un mercato estivo attento e oculato, quello condotto dal ds Pederzoli. Blindati in primis i gioielli Man e Mihaila fino al 2027. Pochi acquisti, ma funzionali al progetto tecnico di mister Fabio Pecchia. Ultimi in ordine di tempo, il 2006 Leoni e Mandela Keita. Che voto daresti al mercato del Parma?

“Il mercato dei ducali è stato senza ombra di dubbio attento, e portato avanti sotto il segno della continuità. La società non ha voluto stravolgere una rosa già molto valida per affrontare il campionato di Serie A. Credo che il Parma si sia meritato una sufficienza bella piena, con l’unica pecca di non essere riuscito a cedere qualche calciatore in esubero”.

Il Parma è tra le squadre che hanno espresso il miglior calcio nelle prime due giornate di Serie A. Quanto è importante il concetto di identità “inculcato” dal mister, in una squadra capace di surclassare il Milan per oltre un’ora di gioco, partendo con 9/11 degli uomini che han dominato lo scorso campionato di Serie B?

“Pecchia è un allenatore che lavora moltissimo sul gruppo. L’anno scorso ha ripetuto il motto del “tutti dentro” per mantenere l’intera rosa sulla corda, anche perché in cadetteria si lottava per altri obiettivi. Quest’anno invece la parola d’ordine è leggerezza. Il mister vuole equilibrio ed armonia, e sono convinto che la guida tecnica rappresenti il valore aggiunto di questa squadra”.

La rete dell’1-0 contro il Milan è un po’ il manifesto di questo Parma che sta incantando tutti. Tanti uomini chiamati in causa. Bonny che difende palla sulla pressione di Tomori a centrocampo, poi sulla ripartenza lo ritroviamo a centro area che si porta via due uomini permettendo a Man di andare a segno a botta sicura. Quanto “pesa” il giovane attaccante francese (al quarto anno al Parma) che non ha ancora grossi numeri in zona gol, ma sa svolgere un lavoro sporco tremendamente efficace?

“A mio parere, Bonny è il calciatore migliorato maggiormente agli ordini del mister Pecchia. È un uomo fondamentale per gli equilibri del Parma: gioca di sponda, apre gli spazi e rappresenta un autentico riferimento per i compagni. Magari latita ancora un po’ in zona gol, ma parliamo di un “apriscatole” efficace e quasi insostituibile. Bonny può essere definito un attaccante atipico, un “9” nella concezione moderna del termine. Fortissimo fisicamente, ma allo stesso tempo rapido e dotato di grande tecnica e visione di gioco”.  

Dopo le prime 2 gare disputate in un Tardini quasi sold-out contro Fiorentina e Milan, arriva la prova del nove con l’esordio in trasferta al Maradona. Un Napoli discontinuo, in ricostruzione, alla ricerca di un’identità smarrita dopo lo Scudetto. Che squadra ti aspetti? La versione abulica di Verona o quella più concreta di domenica scorsa che ha messo sotto il Bologna?

"Ritengo il Napoli una squadra fortissima, a cominciare dall’allenatore che è sicuramente tra i migliori in circolazione. La società ha accelerato sul mercato nelle battute conclusive, mettendo sotto contratto un attaccante formidabile come Lukaku. Probabilmente ci vorrà un po’ di tempo per trovare il giusto amalgama, ma parliamo senz’altro di un avversario di tutto rispetto. Vedo un Napoli in ripresa. La squadra di Pecchia dovrà fare attenzione alla fisicità del roster campano, che unita al maggior tasso tecnico potrà creare più di qualche grattacapo".

Facile immaginare un ambiente ancora più caldo dopo l’arrivo di Lukaku. Che partita ti aspetti al Maradona? Un Parma spavaldo come sempre nelle ultime uscite o più attendista? Quali a tuo parere i duelli più interessanti che potrebbero decidere o indirizzare la gara?

“Mi aspetto un Parma fedele alla propria filosofia di gioco. Farà di tutto per far giocare male la squadra di Antonio Conte, chiudendo le linee di passaggio, difendendo stretto e compatto per poi ripartire con Man, Mihaila, Almqvist o Bonny quando si presenterà l’occasione giusta. Qualcosina potrebbe cambiare in base alla caratteristiche degli uomini che partiranno dal primo minuto, ma in linea di massima i ducali mostreranno la propria identità già ben definita. A mio parere la gara si deciderà sugli esterni dove ci sono Kvaratskhelia e Man, due calciatori top capaci di fare la differenza per le rispettive squadre. Avrà un ruolo importante anche il gioco di catene, così come la capacità di sfruttare le situazioni senza palla. Per quanto riguarda il Parma, molto dipenderà dal calciatore che sceglierà mister Pecchia per agire sotto punta”.

Dove si pone l’asticella del Parma, al ritorno in Serie A? Dove può arrivare la squadra di Fabio Pecchia cerca i suoi primi punti in uno stadio che lo ha visto crescere prima da calciatore e poi da allenatore come vice di Rafa Benitez?

“Pecchia è un allenatore molto preparato, che si è fatto da sé partendo dal basso. Ormai non si identifica più soltanto come il vice storico di Benitez, ma è semplicemente Fabio Pecchia, con la sua impronta ormai ben definita. Volerla mostrare sempre, su ogni campo e contro qualsiasi avversario, è indice di spiccata personalità. L’obiettivo primario del Parma è quello di centrare la salvezza, ma è chiaro che anche alla luce dei risultati ottenuti in avvio di stagione, la tifoseria si aspetta già qualcosa in più. Senza fretta, marciando a piccoli passi, e pensando sempre partita dopo partita”.  

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