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Silicon Valley Bank, Moody's pronta declassare la First Republic bank

Effetto del crollo della Silicon Valley Bank, sotto la lente anche altri 5 istituti

tempo di lettura: 4 min
di ansa
14/03/2023 09:52:44

Moody's ha messo sotto osservazione First Republic Bank e altri cinque istituti di credito statunitensi in attesa di un declassamento. La mossa è l'ennesimo segnale di preoccupazione per lo stato di salute degli istituti finanziari regionali dopo il crollo della Silicon Valley Bank.

La Borsa di Milano tenta il recupero anche se resta nervosa. Il Ftse Mib piatto in apertura naviga a +0,45% a 26.300 punti. Sul listino resta l'incognita dei bancari con Bper che lascia l'1,4% e Fineco l'1,6% Lo spread tra Btp e Bund cala a 193 punti mentre il rendimento del decennale italiano sale al 4,22%. Buon passo di Generali (+2,3%) dopo i conti sopra le attese. Tra gli altri sale nell'energia Snam (+1,04%). Positiva anche Italgas (+1%) che ha avviato trattative in esclusiva con Veolia per l'eventuale acquisizione di partecipazioni in alcune società idriche in Lazio, Campania e Sicilia. Vendite su Saipem (-1,67%). Tra i titoli sotto la lente Tim (+1,2%) in attesa del cda di domani che valuterà l'offerta di Cdp e Macquarie per la rete.

Borse di Asia e Pacifico in caduta in scia ai listini europei dopo il crac della californiana Silicon Valley Bank che non ha però trascinato Wall Street i cui future sono positivi cosi come quelli delle Piazze del Vecchio Continente che sembrano aver cambiato direzione dopo un primo momento orientato al calo. Il focus è sull'inflazione Usa, atteso a metà giornata. Le stime indicano un rallentamento sia dell'inflazione headline (al 6% dal 6,4%) sia di quella core (5,5% da 5,6%). A Tokyo il Nikkei lascia sul terreno il 2,19% con il peso dei finanziari. Male anche Hong Kong che a scambi in corso perde il 2,3% con il tonfo di Hasbc. Più contenuta la flessione di Shanghai (-0,72%) e Shenzhen (-0,98%). Tra gli altri Seul cede il 2,56% e Sydney l'1,41%. Con le tensioni sul sistema bancario i mercati guardano ancora di più alle prossime mosse delle banche centrali con tagli meno aggressivi. Nomura prevede che la Fed taglierà i tassi di solo lo 0,25% a marzo. Giovedì sarà la volta della Bce e in molti si chiedono se Francoforte tirerà dritto o alla fine si vedrà costretta a frenare.

L'effetto Svb travolge i mercati
Il fallimento della Silicon Valley Bank travolge i mercati europei, dove le Borse bruciano 291 miliardi di euro, e manda a picco le banche. Con Piazza Affari maglia nera che perde il 4% e manda in fumo 24 miliardi di euro. L'intervento delle autorità americane nel fine settimana, che permette di pagare anche i depositi non garantiti ai clienti dell'istituto californiano finito in default venerdì scorso a seguito della corsa agli sportelli, non è servito a evitare una caduta della fiducia degli investitori. Non solo verso il settore finanziario statunitense dopo che domenica, per l'effetto domino legato a Svb e per le criptovalute, è fallita un'altra banca, Signature Bank. E dove si teme il contagio su una lunga lista di banche regionali fra le quali First Republic e Western Alliance che a Wall Street sono tracollate segnando perdite superiori 67% malgrado il presidente degli Stati Uniti Joe Biden abbia assicurato ai suoi concittadini che i loro depositi sono al sicuro. La fiducia è venuta meno anche verso le banche europee e non solo nel Regno Unito dove Svb Uk, la filiale locale del gruppo di Santa Clara, di cui la Bank of England aveva dichiarato l'insolvenza, è stata venduta per 1 euro al colosso Hsbc. Sotto l'ondata di vendite sono stati travolti un po' tutti gli istituti bancari a partire da quelli che hanno avuto problemi di liquidità come Credit Suisse (-9,5%) e Commerzbank (-9,7%), sebbene le regole in Europa siano ben più stringenti di quelle americane. Nel generale tracollo dei listini europei, che hanno bruciato 291 miliardi, per Piazza Affari è stato un lunedì nero più degli altri: col un tonfo del 4% ha fatto peggio di Francoforte (-3%), Parigi (-2,9%) e Londra (-2,5%) e ha mandato da sola in fumo 24 miliardi, complice il fatto che listino milanese è pieno di titoli finanziari tra i quali Bper e Unicredit che hanno lasciato sul terreno oltre il 9%. A poco sono valse le rassicurazioni del ministero dell'Economia guidato da Giancarlo Giorgetti, che ha ricordato che "il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione assicurandone così la stabilità". Scarso effetto ha avuto a Parigi l'analogo intervento del suo collega d'Oltralpe, Bruno Le Maire.

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