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Juve Stabia - Il destino tecnico delle vespe è prossimo a muovere i primi passi

La prossima settimana i fratelli Langella incontreranno il ds Di Bari e mister Novellino per valutare il futuro. La storia, con in testa il tandem composto da Braglia e Di Somma, insegna che nel calcio competenza e intuito fanno la differenza, sbagliare le scelte ancora una volta sarebbe imperdonabile 

tempo di lettura: 3 min
di Gioacchino Roberto Di Maio
02/06/2023 13:16:19

La torcida gialloblù

Il destino tecnico della Juve Stabia 2023/24 è prossimo a muovere i primi passi. La prossima settimana i fratelli Andrea e Giuseppe Langella incontreranno il ds Giuseppe Di Bari e mister Walter Alfredo Novellino con l’obiettivo di valutare concretamente se proseguire o meno assieme. Un incontro che, al netto della conferenza stampa del direttore sportivo prima della debacle di Cerignola, sembra destinato ad ufficializzare la separazione con l’ex Novara che detiene il primato, rispetto ai suoi recenti predecessori, di aver vissuto un’intera stagione alle falde del Faito. Un dato statistico che altrove potrà sembrare banale, eppure nella città delle acque non lo è per nulla: dal momento dell’addio di Franco Manniello, si sono avvicendati Filippo Ghinassi e Giuseppe Pavone durante la gestione Padalino e l’anno successivo si è assistito all’esonero di Raffaele Rubino. Ben quattro dirigenti in tre anni che, pur considerando che a suo tempo fu Pavone a voler lasciare per raggiungere Zeman al Foggia, sono sin troppi per chi dichiara ogni campionato di voler gettare le fondamenta di un progetto a lungo termine. L’ultima stagione, sul piano della gestione sportiva, ha poi vissuto momenti ai limiti del grottesco tra le dichiarate dimissioni di Colucci, ribadite in una conferenza stampa dall’amministratore unico Polcino e dallo stesso Di Bari prima di rivelarsi un esonero sulla base delle parole del socio Giuseppe Langella, e quella ormai nota affermazione dello stesso Polcino «Pochesci rappresenta la scelta migliore» che ancora oggi desta perplessità per i criteri di valutazione su cui si basava. Se a ciò si aggiunge la famigerata querelle sull’extra budget non utilizzato dal ds durante la sessione di gennaio e le parole di commiato a poche ore dalla sconfitta del Monterisi, la prospettiva di continuare con Di Bari sembra essere deleteria per tutte le parti in causa al netto di evidenti divergenze nella lettura delle situazioni. Diversa è la situazione allenatore, con Novellino che sarebbe felice di restare alla guida della Juve Stabia a patto di poter contare su notevoli rinforzi nei diversi reparti, attacco in primis. A far riflettere i fratelli Langella sono i due piatti della bilancia che vedono da un lato la salvezza e la qualificazione playoff ottenute ereditando un gruppo psicologicamente distrutto e dall’altro un bilancio non esaltante di 1 vittoria, 2 pareggi e 3 sconfitte. Le prossime saranno ore di profonda riflessione con la consapevolezza che, dovendo ancora vivere un anno di sacrifici economici per riassestare i bilanci, puntare su profili che facciano della competenza il proprio punto di forza potrebbe far si che si raccolgano grandi soddisfazioni a fronte di cifre non esorbitanti. D’obbligo, in tal senso, è pensare al tandem composto da Piero Braglia e Salvatore Di Somma che, nella stagione 2010/11, portarono a Castellammare elementi di altissimo profilo umano e tecnico che realizzarono la leggendaria impresa del Flaminio. Una formazione, quella, che mixò calciatori giovani ed esperiti indovinando le mosse giuste sia pescando dal mercato degli svincolati che dei prestiti, senza dimenticare lo straordinario affare Cazzola che fruttò 1.5 milioni di euro più il cartellino di quel Fabio Caserta che ha poi scritto pagine indimenticabili di storia gialloblù prima da calciatore e poi da allenatore. Il calcio lo insegna e i playoff in corso lo stanno confermando, la competenza e l’intuito vengono prima di tutto. A chi di dovere il compito di riaccendere l’entusiasmo in una piazza che vuole tornare ad emozionarsi.

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