Lo special guest della nona puntata di "Passione Gialloblu", programma che va in onda il martedì a partire dalle ore 21 sulla pagina Facebook di Stabiachannel, è stato Francesco Ingenito, ex bomber delle vespe.
Abbiamo iniziato la chiacchierata facendo un salto nel passato. «A Castellammare sono legati i ricordi più belli della mia carriera calcistica – ha sottolineato il bomber dell’accoppiata promozione e Coppa Italia ai tempi della serie D –, ho avuto la fortuna di giocare con molti giocatori validi, come Castaldo e Sibilli. Oltre a loro, mister Raffaele aveva giocatori importanti in tutti i reparti. Il campionato l'avremmo potuto perdere solo e soltanto noi. Il momento più bello? Non è facile scegliere (ride, ndr). Sicuramente tra questi non posso non menzionare la tripletta con la Massese e il gol contro il Potenza. Che ricordi ho del Presidente D'Arco? Belli, bellissimi. Come hanno detto molti giocatori che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, era una persona splendida. Sono poche le persone come lui nel mondo del calcio. Al campo veniva poco. Si vedeva solo nei momenti giusti. Avrei potuto fare qualcosa di più nella mia carriera? Non credo. Il mio percorso è stato sempre accompagnato dal lavoro. Ho lavorato e allo stesso tempo mi sono divertito con il calcio. Non rimpiango nulla. Questa è la carriera che mi sono meritato».
Siamo poi tornati al presente, analizzando la stagione delle vespe. «Per il momento direi in sintonia con i programmi della società. I giocatori che sono arrivati a Castellammare sono elementi importanti con caratteristiche ideali per il gioco che intende sviluppare mister Padalino. Ho seguito diverse partite. Credo che in parecchie sia mancata solo la finalizzazione. Nelle scorse settimane è stato fatto pesare questo. Per risolvere questo "problema" secondo me c'è bisogno di gerarchie. Mi spiego meglio: bisogna individuare chi è la punta centrale e chi sono i due che accompagnano il gioco. In questo modo, oltre a dar fiducia e aumentare l'autostima, gli permetti di conoscersi meglio. Invece, questo sembra non essere stato fatto. Il tridente è cambiato spesso, complici anche i diversi infortuni. Una cosa è l'allenamento, un’altra è la partita. La mancanza del ritiro? Sicuramente ha influito. Ma, nonostante questo, la squadra esprime un bel gioco. Come detto, la Juve Stabia è una squadra costruita bene e che cerca di fare il proprio gioco in tutte le gare. Quindi, bisogna concedergli tempo. In qualche partita si poteva fare di più dal punto di vista realizzativo. Il giocatore che mi ha colpito maggiormente? Garattoni».
Infine, abbiamo trattato di un argomento molto attuale, ossia la chiusura degli stadi a causa del Covid. «Giocare senza pubblico mi recherebbe disagio perché in ogni piazza in cui ho giocato ho sempre creato un rapporto particolare con la tifoseria. In tutte le mie esultanze ho sempre cercato di esultare con i tifosi per sentirmi parte di loro, come quando segnai con il Potenza e feci il giro del campo. Il pubblico stabiese? È il dodicesimo uomo in campo. Lo dico io così come tutti quelli che hanno indossato questa maglia».
«Finalmente ci riprendiamo il nostro mare»: l’Arenile torna a vivere e i cittadini guardano con fiducia al futuro della costa stabiese, anche in vista di una possibile lottizzazione di via De Gasperi.