Mister Ignazio Abate è salito in sala stampa allo stadio Romeo Menti per rispondere alle domande dei media. La Juve Stabia prepara la difficile trasferta di Genova contro la Sampdoria, in programma lunedì sera alle 20:30. Un avversario dal passato glorioso e dal presente complicato: la Doria, alle prese con diverse assenze, cerca di uscire dalla zona calda della classifica. «La sosta? Sono momenti della stagione. Sicuramente la partita con il Palermo ci ha dato coraggio ed energia positiva. La sosta ti dà e ti toglie: avevamo bisogno di recuperare qualche giocatore e sono contento che Pierobon abbia fatto dieci giorni di alto livello. Gabrielloni sta recuperando, non si è mai fermato e sta stringendo i denti. Non abbiamo ancora recuperato Varnier al 100%, ma ci sono note positive. I ragazzi hanno lavorato bene, si respira un’energia positiva e di questo sono felice. Detto ciò, adesso c’è da affrontare una partita difficile e complicata, contro una squadra forte». «Il discorso è molto più ampio: se guardiamo solo il monte ingaggi o i nomi della Samp, parliamo di una squadra di altissimo livello, con giocatori di un’altra categoria. Questo dimostra le difficoltà che ci sono in questa categoria, nel calarsi nella Serie B. La verità è che dopodomani per noi è uno scontro salvezza importantissimo, nel quale dovremo andare lì con l’elmetto per conquistare punti, senza troppi giri di parole. Ne siamo consapevoli. Sappiamo quanto sia difficile fare punti in trasferta in Serie B, e questo vale per tutte le squadre. Sarà una partita durissima: dovremo essere molto bravi a leggere e interpretare i vari momenti, perché in stadi del genere basta un attimo per cambiare l’inerzia della gara. Abbiamo già affrontato tante difficoltà finora e affronteremo anche questa, consapevoli che dovremo soffrire, ma sicuri di noi e delle nostre qualità per battagliare». «Pierobon e Gabrielloni sono recuperati a pieno regime. Burnete ha qualche problema dopo la Nazionale; Zuccon ha un risentimento su una vecchia cicatrice, quindi va gestito. Lo valuteremo domani. Burnete sicuramente non ci sarà, così come Varnier. Però il recupero completo degli altri due mi rende felice». «Bisogna interpretare la gara dando importanza a tutto, perché il fattore campo peserà. Credo sarà una partita molto intensa, soprattutto nella prima mezz’ora, e va interpretata nel modo giusto. I ragazzi l’hanno preparata bene con un piano gara che speriamo venga interpretato nel migliore dei modi. Ma oltre al piano tattico deve emergere l’anima del gruppo: senza vincere duelli, seconde palle, senza battagliare e senza la voglia di fare risultato a tutti i costi, passa tutto in secondo piano. Dovremo essere bravi a reggere, perché per fare risultato fuori casa serve una grande fase difensiva. Sappiamo dove andiamo, sappiamo che tipo di giocatori incontreremo, ma anche loro hanno punti deboli, come tutte le squadre e come noi. Dobbiamo giocare su quelli. Siamo una squadra che deve andare a duemila: non possiamo gestire, dobbiamo spingere, trasmettere energia, essere contagiosi tra di noi. I nostri tifosi purtroppo non ci saranno, quindi dovremo trascinarci a vicenda. Se siamo a duemila, possono emergere le nostre qualità, che sono buonissime». La Juve Stabia sta dimostrando di avere le carte in regola per la permanenza in Serie B. «Assolutamente, possiamo starci. I ragazzi me l’hanno dimostrato. Anche se sono giovane, ho una certa esperienza, e credo che il campionato dell’anno scorso insegni. Dobbiamo spingere al massimo e fare punti: finora non abbiamo fatto ancora niente. È il 22: troppo presto. I punti sono pochi e il tranello è dietro l’angolo. Appena non fai risultato per due o tre giornate si scatena l’aspetto mentale, il malumore. Dobbiamo essere bravi a tenere la barra dritta. Al momento stiamo facendo ciò che è nelle nostre corde, ma dobbiamo continuare a crescere e a martellare. Non è il momento di alzare la testa: è il momento di tenere i piedi saldi a terra, spingere e fare più punti possibili nel girone d’andata. Nel ritorno inizierà un altro campionato: più sporco, più intenso, con risultati che conteranno ancora di più. Adesso dobbiamo pensare una partita alla volta e cercare la nostra identità, senza perdere umiltà. Le partite si vincono e si perdono, ma io voglio affrontarle a viso aperto, andando alla ricerca del risultato pieno senza fare troppi calcoli».
Il tecnico gialloblù carica i suoi: «A Genova con l’elmetto, servirà andare a duemila»