Anche il grand hotel Cocumella di Sant’Agnello figura nel carnet delle «Botteghe storiche» da tutelare. Ieri, infatti, presso la commissione Attività produttive della Camera, è ripreso l'esame di un disegno di legge che ha l'obiettivo di tutelare e valorizzare più di tremila negozi storici in Italia, con alle spalle più di un secolo di attività. Una proposta che intende anche uniformare la definizione di «bottega storica», che attualmente ha un significato diverso in ogni comune o regione. Il provvedimento mette negozi e locali storici, oltre agli antichi mestieri e alle botteghe d'arte, sotto la tutela dell'articolo 117 della Costituzione come beni culturali. È prevista l'istituzione al ministero dello Sviluppo economico di un fondo nazionale con una dotazione di 120 milioni per gli anni 2007, 2008 e 2009. Se il testo verrà tramutato in legge, le risorse saranno ripartite tra le regioni e una quota potrà andare a contributi per l'affitto o il restauro dei locali. Tra questi ultimi, anche il grand hotel Cocumella di Sant’Agnello: la struttura alberghiera figura nelle 220 botteghe iscritte all’associazione Locali storici d’Italia, insieme al ristorante Antico Francischiello da Peppino di Massa Lubrense, agli alberghi Excelsior Vittoria, Bellevue Syrene, Imperial Tramontano e ai ristoranti ‘O Canonico e ‘O Parrucchiano di Sorrento. «Il sodalizio di Locali storici – spiega il suo direttore Claudio Guagnini - punta alla valorizzazione dei più antichi e prestigiosi alberghi, ristoranti, trattorie, pasticcerie, confetterie, grapperie e caffè letterari che sono stati protagonisti della storia d'Italia per i personaggi che li hanno frequentati e per gli eventi di cui sono stati promotori o sede. Per poter essere iscritti, i locali devono aver conservato il più possibile intatti ambienti, arredi, cimeli con le testimonianze che diano un senso alla storia del nostro Paese». Dall’associazione Locali storici, il grand hotel Cocumella vanta anche il primato de «I più nella leggenda». Motivo? In un muro dell’hotel, la leggenda racconta che l’ultima amante di Shelley, Claire Jane Clairmont, nascose una teca che conteneva il cuore del poeta, avuto in dono da Byron, che lo strappò dal corpo dell’amico affogato a Lerici. Per il complesso alberghiero di Sant’Agnello un ulteriore riconoscimento che impreziosisce la sua ricca storia. Un’altra leggenda narra che gli Dei affidarono la cura del giardino segreto alla ninfa Colomeide: quest’ultima avrebbe offerto in dono il «silenzio» a tutti coloro che entravano in quell’oasi di pace. Nel 1597 prende inizio la lunga storia dell’albergo, con la donazione ai Gesuiti di un'ampia area di campagna con frutteti e agrumeti. Nel 1937 i Gesuiti istituirono un sanatorio e una scuola di grammatica latina e la chiamarono Cocumella. Più tardi venne eretta anche la Cappella in onore della Vergine Madre. A seguito dell'espulsione dei Gesuiti dal Regno di Napoli, nel 1767 la struttura passò alla Corona che nel 1771 istituì la prima scuola nautica sorrentina. Quando Pietro Antonio Gargiulo acquistò l'edificio e le sue pertinenze, era il 1789, e i suoi discendenti nel 1822 fondarono il Grand hotel Cocumella. Importanti lavori di restauro hanno restituito al Cocumella, albergo di 5 stelle, lo splendore che si addice al suo mito, riconosciuto, nel tempo, dagli illustri ospiti, quali Gioacchino Murat, Goethe, il Duca di Wellington, il famoso scrittore Christian Andersen, Robert Peel, che hanno testimoniato la loro stima nel libro delle firme.
Decide Burnete nel sesto test precampionato. Il tecnico: «Siamo in costruzione, ma c’è lo spirito giusto. La squadra deve essere solida e vogliosa di recuperare palla»