La scultura di uno stabiese per il premio al direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. A prendere il calco di Paolo Giulierini, direttore del Mann insignito del Premio Internazionale di Archeologia Amedeo Maiuri, è stato il maestro Umberto Cesino che ha utilizzato sabbia rossa di fonderia e gesso per realizzare la prima impronta solida, che sarà poi replicata in bronzo dorato sulla falsariga di quella già realizzata nei mesi scorsi per la mano di Masanori Aoyagi, archeologo giapponese vincitore della passata edizione del Premio, e resterà esposta in una “hall of fame” all’interno del palazzo comunale di Pompei. Era stato proprio Cesino nei mesi scorsi a consegnare a Giulierini la sua versione della Flora di Stabia, una scultura con la quale l’artista stabiese ha immaginato anche il volto “nascosto” nello splendido dipinto proveniente dagli scavi di Stabia, risalente alla prima metà del I secolo d.C.. Un affresco conservato attualmente al Mann, che rientra tra le più straordinarie espressioni del terzo stile pompeiano con vaghe reminiscenze ellenistiche. La figura femminile della Flora, dipinta su un fondo verde acqua, fu rappresentata di spalle, a piedi scalzi e abbigliata con un chitone giallo, mosso da una leggera brezza. La consegna ufficiale della scultura in bronzo fu effettuata da una delegazione composta dall’artista Cesino, dal direttore artistico del Premio Maiuri, Carlo Manfredi, e dall’architetto ed ex funzionario della Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei, Federico L.I. Federico.
Sono accusate di truffa aggravata per l'indebito conseguimento di erogazioni pubbliche.