Era il pomeriggio del 21 gennaio 1946. Trenta vagoni ferroviari carichi di munizioni, principalmente bombe di aeroplano ad alto potenziale, stoccati nello scalo marittimo oplontino, deflagrarono radendo al suolo tutta l’area circostante.
Case e vite umane furono spazzate via. Alla fine si contarono 54 vittime, di cui 16 donne, ed oltre 400 feriti. Fu una tragedia immane. I soccorsi arrivarono da tutta Italia ed anche l’allora presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, volle portare a Torre Annunziata il cordoglio e la solidarietà di un’intera nazione.
Ad imperitura memoria, il 1° maggio del 1946, in occasione della Festa dei Lavoratori, fu affissa una lapide nei pressi della Basilica della Madonna della Neve riportante i nomi delle 54 vittime.
“Una tragedia – afferma il sindaco Vincenzo Ascione - che può essere paragonata solo ai danni provocati dall’eruzione del Vesuvio avvenuta nel dicembre del 1631. Torre Annunziata ricorderà per sempre quei momenti drammatici anche attraverso il racconto di chi ha vissuto quella enorme disgrazia. Il nostro impegno quotidiano – conclude – è che in futuro non si ripetano più tragedie del genere, che neanche il tempo riuscirà mai a cancellare”.
Nel primo giorno d’estate, il Parco è stato restituito ai cittadini con l’esibizione degli studenti del Severi, Di Capua e Bonito-Cosenza per la Festa della Musica. Il sindaco: «Lo abbiamo fatto con le scuole, le associazioni e tanta gente. Ora avanti verso il recupero delle acque»