Colpo di scena in Corte d’Appello per il processo sulla strage di Rampa Nunziante, dove il crollo di una palazzina 7 anni fa provocò 8 vittime. Roberto Cuomo, amministratore del condominio, è stato condannato a otto anni di reclusione: una decisione che ribalta l’assoluzione ottenuta in primo grado.
La sentenza d’appello, attesa dopo alcuni rinvii, ha confermato invece le pene per gli altri imputati, già condannati in primo grado. Tra questi, Gerardo Velotto, proprietario dell’appartamento dove sarebbero stati effettuati i lavori ritenuti responsabili del collasso strutturale, è stato condannato a 12 anni e sei mesi di reclusione. Massimiliano Bonzani, indicato come direttore degli interventi, ha ricevuto una pena complessiva di 12 anni, mentre per l’architetto Aniello Manzo è stata confermata la condanna a 11 anni e un mese. Pasquale Cosenza, l’operaio che avrebbe eseguito i lavori incriminati, è stato condannato a 9 anni e sei mesi.
Diversa la posizione di Massimo Lafranco, ritenuto proprietario di fatto dell’appartamento dove vennero effettuati gli interventi. Per lui, la Corte d’Appello ha ribadito l’assoluzione, confermando quanto già deciso in primo grado.
La Corte ha riconosciuto le responsabilità legate ai lavori di ristrutturazione che, secondo l’accusa, avrebbero compromesso la stabilità dell’edificio, portando al tragico crollo.
«I ragazzi hanno disputato una buona partita contro una squadra esperta che ha difeso in undici. Sappiamo che la situazione si è complicata, martedì scenderemo in campo con la determinazione di chi sa che nessuno ci ha mai regalato nulla»