Per Maria (il nome è di fantasia) il giorno di Pasqua resterà per sempre un incubo. Anche se ieri ha ottenuto giustizia: Catello Sicignano, 40 anni, è stato condannato a 13 anni di reclusione dalla seconda sezione del tribunale di Torre Annunziata per sequestro di persona, violenza sessuale e rapina. Il 16 aprile del 2006, giorno in cui si festeggiava la Resurrezione di Cristo, mentre si recava al cimitero, Maria (secondo le indagini) fu avvicinata da un uomo che puntandole la pistola alla tempia le impose di spostarsi sul sedile passeggeri dell’auto e si mise alla guida. Erano le 9 del mattino e per Maria, 34enne sposata e madre di una bimba, cominciò una giornata da «arancia meccanica»: Catello Sicignano, secondo la ricostruzione fatta dalla procura di Torre Annunziata, la portò in giro sul Monte Faito e la violentò per quasi 10 ore, nei pressi della suggestiva località del Quisisana. Stuprata e picchiata a più riprese, Maria cercò inutilmente di divincolarsi e urlare. Prima di lasciarla andare la rapinò dei soldi che aveva in borsa e la costrinse anche a prelevare dei contanti dal postamat. Maria, scioccata dall’accaduto riuscì a denunciare quella terribile vicenda solo dopo due giorni, grazie al supporto della sua famiglia. Catello Sicignano aveva precedenti per droga e risultava essere stato protagonista di una vicenda analoga: era già stato denunciato da una ragazza che diceva di essere stata sequestrata e violentata. Il procedimento a suo carico era stato però archiviato. Sicignano, identificato dalle forze dell’ordine come il violentatore indicato da Maria si è sempre difeso sostenendo di aver sì trascorso la giornata di Pasqua con la ragazza, ma che lei era stata sempre consenziente lasciando credere che si sarebbe inventata la storia del sequestro e della violenza per giustificarsi con i suoi familiari . Questo caso finì sulla scrivania del pm Immacolata Sica che ha raccolto elementi per chiedere prima il rinvio a giudizio di Sicignano e qualche giorno fa, nel corso della requisitoria, una condanna a 15 anni di carcere. Ieri un tribunale tutto al «femminile» presieduto dal giudice Di Somma ha deciso di accogliere quasi pienamente la richiesta del sostituto procuratore Sica, condannando Catello Sicignano a 13 anni di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 15 mila euro.