Immagine di Repertorio
Il testimone di Giustizia Luigi Coppola, imprenditore di Pompei, che ha rifiutato di pagare il pizzo e con il suo contributo ha mandato in galera alcuni boss dell camorra, vive in macchina con la moglie davanti al Viminale, fa lo sciopero della fame e della sete e chiede di essere ricevuto dal ministro dell'Interno. Coppola ha due figlie studentesse. Stessa richiesta ha fatto il suo avvocato Domenico Morace. "Me ne occupo - dice - perchè a suo tempo, da parlamentare ho difeso i diritti dei testimoni di giustizia, che in genere dopo avere dato un grande contributo allo Stato, fanno una brutta fine. Nel caso specifico ho parlato a lungo con il capo della segreteria del Ministro dell'Interno e della Commissione per i programmi di protezione. Dal momento che seguo con grande attenzione e simpatia il lavoro di questo governo metto in guardia il Ministro perchè se Coppola viene lasciato solo insieme ad altri testimoni che si trovano nelle stesse condizioni, la storia può finire male. Inoltre credo che il governo Monti si debba occupare con urgenza del problema mafia sul versante economico, tralasciando la retorica che ha caratterizzato l'azione dei precedenti governi. I dati sono drammatici: solo il 5% dei beni confiscati e di questo cinque per cento oltre il 70% è inutilizzato e invenduto. Il problema è politico e non di ordine pubblico. A mio parere se ne dovrebbe occupare più il ministro dello sviluppo economico che quello dell'interno".
«Non ci siamo accontentati del pareggio, questa è la vittoria della nostra gente, del ds, del presidente e della società tutta. Ora testa alla Cremonese, dispiace avere solo pochi giorni per preparare la partita».