L'uomo, ucciso lunedì presso i campetti di calcetto di via Ogliaro, era figlio del boss Catello "'o Caniello". Tuttora in corso le indagini
tempo di lettura: 1 minNon si terranno i funerali di Mario Cuomo, figlio del capoclan di Casola di Napoli Catello "’o Caniello". L’uomo, brutalmente ucciso nella serata di lunedì sera presso il campo di calcetto di via Ogliaro a Gragnano, è stato oggetto della decisione della Questura di Napoli di vietarne le esequie per motivi di ordine pubblico. Tremende le dinamiche dell’omicidio: i due killer, con volto protetto da casco integrale, si sono avvicinati alla recinzione sparando in aria per allontanare le persone per poi indirizzare 5 colpi verso l’uomo che, una volta crollato al suolo, è stato raggiunto da 2 ulteriori proiettili da distanza ravvicinata al collo ed alla nuca. Tali omicidi nel linguaggio camorristico vengono definiti “da esempio”. Proseguono serratissime le indagini dei carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata, agli ordini del tenente colonnello Nicola Conforti e del capitano Alessandro Amadei, e della Compagnia di Castellammare, agli ordini del capitano Gennaro Cassese e del tenente Fabio Ibba. Entrambe le forze sono coordinate dalla Dda di Napoli. L’omicidio viene inquadrato nello scenario locale della camorra che vede al momentoun patto di ferro tra il clan stabiese dei D’Alessandro e i Di Martino di Iuvani, frazione al confine tra Pimonte e Gragnano. Tra il 2008 e il 2010 già altri due boss della vecchia guardia gragnanese, Carmine D’Antuono e Gennaro Chierchia, vennero uccisi dagli Scanzanesi per fare un piacere ai nuovi alleati. Le indagini stanno verificando se quello di Cuomo sia il terzo delitto che si inserisce in questa strategia o se rappresenta un regolamento di conti isolato.
Il tecnico delle vespe entusiasta per la qualificazione ai Play Off, ma avverte: «Il focus è sul presente. America? È il viaggio che conta. Buglio? L'infortunio è meno grave del previsto, è un giocatore essenziale per noi.»