Stop ai lavori per la realizzazione del traforo sotto la collina di Varano. Dopo il ritrovamento dei reperti archeologici e il sopralluogo effettuato ieri dagli ispettori della Soprintendenza, è arrivato immediato l’annuncio della sospensione dei lavori. L’obiettivo ora è approfondire la scoperta e capire cosa c’è ancora sotto quella collina.
In una nota, è la stessa Soprintendenza a spiegare la natura del ritrovamento. «Nonostante le grosse difficoltà logistiche, si sono operati scavi lungo il versante settentrionale del pianoro del Solaro, in prossimità della stazione di Castellammare centrale e di via Surripa – si puntualizza - Qui sono emersi i resti, in fase di crollo, di un collegamento tra una delle ville romane poste sui pianori dell’antica Stabiae, probabilmente la cosiddetta villa del Belvedere, nota da scavi settecenteschi, e la spiaggia, un tempo collocata nell’attuale centro di Castellammare. Nuovi recenti scavi a quota con la ferrovia hanno portato alla luce strutture idrauliche, riferibili a vasche e a un pozzo di captazione delle acque della falda. Tutte le strutture rinvenute, pesantemente danneggiate in antico dal terremoto del 62 d.C. e dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., sono databili al I sec. d.C. e sono in corso di documentazione da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli».
«L’ultimo ritrovamento di rovine romane nel corso dei lavori di scavo per il raddoppio della galleria EAV rappresenta l'ennesima prova di una città ancora tutta da scoprire. Confidiamo nell'operato delle Istituzioni per coniugare la realizzazione dell'opera pubblica con la necessità di recupero e fruizione dei ritrovamenti archeologici. Così come si è proceduto durante la costruzione della metropolitana di Napoli» è l’auspicio della sezione stabiese dell’Archeoclub d’Italia.
Una scoperta che, inevitabilmente, ha scatenato anche l’intervento della politica locale. Su tutti, l’ex consigliere comunale e segretario regionale di Sinistra Italiana, Tonino Scala, che già all’epoca della discussione in assise sull’opera – nel maggio del 2019 - si era espresso in maniera molto critica, bocciandola proprio perché «quello che si sta mettendo in campo è un progetto monco che serve solo a sventrare la collina di Varano con tutto quello che rappresenta e non è un progetto d'insieme. Mi spiego meglio, il raddoppio non è previsto fino a Sorrento ma solo fino a Castellammare centro. Per pochi minuti è utile forare una montagna così importante e così fragile?». Parole che oggi si rivelano profetiche. «Tanto tuonò che piovve – aggiunge ora Scala - Lo avevamo detto, nel silenzio assordante di un Consiglio comunale cieco in una città silente, l'unica cosa che interessava all'Eav, alla Regione, era spendere soldi pubblici. E ora? Si spenderanno altri soldi per una variante inutile o si procederà con l'interramento come è accaduto a piazza Vesuviana? Ormai al peggio non c'è più limite. Fino a quando ci sarà la città continuerà ad essere distratta con una lamentatio via social che sfocia in un becero populismo, continueremo ad essere la Cenerentola d'Italia e a mettere continue pietre tombali sul nostro futuro».
Gli ha fatto eco l’ex sindaco Salvatore Vozza. «In più occasioni abbiamo posto l’accento sulla necessità di fermare quei lavori. Quanto sta accadendo ed è accaduto nel silenzio dei vertici della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’area metropolitana di Napoli e nella caparbietà a rifiutare un confronto dell’Eav è inaccettabile» ha detto Vozza.
Tutto questo mentre sul territorio di Castellammare di Stabia continuano a rimanere chiuse le stazioni di “Castellammare Terme”, Pozzano e Scrajo, queste ultime indispensabili nei mesi estivi per alleggerire il traffico in città e risolvere il problema parcheggi nella zona dei lidi balneari.
Concerto in Cattedrale per i giovani musicisti stabiesi.