Coinvolto anche l'imprenditore stabiese Francesco Paolo Di Martino.
tempo di lettura: 3 minLa Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito oggi 22 provvedimenti di custodia cautelare emessi dal Gip di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sul Sistri, sistema di tracciabilità rifiuti. Dei 22 provvedimenti, 3 sono in carcere e 19 ai domiciliari. Disposti 4 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e sequestri per 10,2 milioni. Emerse una serie di irregolarità negli appalti per la realizzazione del Sistri, sistema integrato di controllo della tracciabilità dei rifiuti.
Nelle indagini risulta coinvolto anche l'istituto scolastico Santa Croce di Castellammare di Stabia e l'imprenditore Francesco Paolo Di Martino. Secondo gli inquirenti, l'istituto stabiese aveva il compito di creare le chiavette Usb utilizzate dal sistema di tracciabilità dei rifiuti. Ma in realtà si sarebbe trattata di un'attività che serviva a far pervenire all'istituto Santa Croce ingnti somme che, secondo gli inquirenti, finivano poi nelle tasche di Di Martino. Un appalto ottenuto grazie al ricorso di mazzette, ipotesi questi che è stata dettagliatamente illustrata da una ex segretaria di Di Martino, più volte ascoltata dagli inquirenti.
"Ho potuto verificare personalmente degli strani movimenti economici anche se, non conoscendone le ragioni ultime, non posso essere sicura della destinazione ultima. In particolare - ha dichiarato la donna - notavo che poco dopo l'accredito venivano o trasferiti sul suo conto personale o su quello della moglie consistenti somme di denaro. Ho anche visto - ha precisato l'ex segretaria - che questi soldi prelevati poco prima in contanti e custoditi inizialmente nella cassaforte posta nella stanzetta attigua a quella di Di Martino oppure dopo nella cassetta di sicurezza della banca venivano messi in una scatola della grandezza del case del computer che vedo su questa scrivania".
Una vicenda, questa dell'inchiesta della magistratura sul Sistri, che ha scosso anche le istituzioni. Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Provincia di Napoli Antonio Pentangelo. "Sto seguendo con grande attenzione le notizie che riguardano l'inchiesta della magistratura sul sistema di tracciabilità dei rifiuti - ha detto - Quanto sta emergendo è di una gravità assoluta, perché colpisce la credibilità dello Stato su di un tema caldissimo per i napoletani. Abbiamo per anni visto come il traffico dei rifiuti illeciti sia stato uno degli affari più ambiti dalla camorra, e di come il territorio provinciale sia stato offeso e contaminato. Scoprire che il progetto che aveva proprio lo scopo di controllare e monitorare la tracciabilità dei rifiuti sia stato un grande bluff che ha prosciugato ingenti risorse economiche - aggiunge Pentangelo - fa imbestialire giustamente i cittadini ma anche le autorità locali. Tutto ciò proprio mentre il Ministero dell'Ambiente ci informa che anche la costa vesuviana non sarà più considerata sito di interesse nazionale oggetto di fondi utili per le bonifiche".
"Ecco perché - conclude il presidente Pentangelo - qualora le indagini confermassero quanto emerso finora e qualora in merito sia istruito un processo, mi sento già da oggi di dire che proporrò al Consiglio che la Provincia di Napoli si costituisca come parte civile nel relativo procedimento giudiziario".
Concerto in Cattedrale per i giovani musicisti stabiesi.