Processo “Easy Mail”, rigettate le richieste di riduzione della pena per undici imputati. Lo ha stabilito la Cassazione con propria sentenza, ribadendo le condanne già stabilite in Appello in cui i 14 imputati - ritenuti legati al clan Cesarano - sono stati condannati, in totale, a 120 anni di carcere.
Le accuse furono a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata all’estorsione e a reati connessi. Quella dei Cesarano è conosciuta come la cosca del rione Ponte Persica, che controlla soprattutto il racket nel mercato dei fiori di Pompei. Soltanto Antonio Inserra, alias o’guerriero, ha ottenuto il ricalcolo di pena. Dovrà adesso scontare 14 anni di carcere, a fronte dei 16 comminati dai giudici della Corte d’Appello di Napoli. Confermate invece le altre condanne: Salvatore Sansone (16 anni), Agostino Cascone (10 anni e 8 mesi), Francesco Solimene (8 anni), Francesco Inserra e Francesco d’Assisi Inserra (7 anni), Carmela Zurlo e Giovanni Corbelli (6 anni e 8 mesi), Oreste Corbelli, Anna Inserra e Michele Santarpia (6 anni) e Pasquale Cipollaro (4 anni). Hanno deciso di non ricorrere in Cassazione invece i legali di Nicola Esposito (alias o’mostro), Michele Onorato (o’pimontese) e Raffaele Cafiero. Secondo gli inquirenti, Antonio Inserra, Onorato, Sansone e Cascone, insieme al reggente del clan Nicola Esposito, erano considerati a capo del giro di estorsioni ai danni dei fioristi di Pompei.
Il tecnico delle vespe si congratula con la squadra di Conte e commenta la vigilia della semifinale play-off di ritorno. «A Cremona partita difficile, dobbiamo fare 98 minuti con il casco in testa, senza abbassare i ritmi. Fortini? Non condivido il suo post sui social»