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Castellammare - La scoperta storica: il Galeone del 1590 varato nella città stabiese

Il suo nome è Santiago de Galicia e pesa 1050 tonnellate.

tempo di lettura: 3 min
di Titti Pentangelo
25/05/2019 17:55:49

“Galeone” - ph dal web

Santiago de Galicia è la testimonianza vivente della più antica imbarcazione varata a Castellammare. Il galeone, risalente al 1590, giace sui fondali di Ria di Ribadeo in Galizia. La ricostruzione storica si deve al lavoro dello storico Giuseppe Plaitano.

Un galeone del 1590 i cui resti giacciono a sui fondali di Ria di Ribadeo in Galizia. Non soltanto un reperto storico di sicura importanza, ma la testimonianza vivente della più antica imbarcazione varata a Castellammare. 

Il suo nome è Santiago de Galicia e pesa 1050 tonnellate. Costruito su tre ponti per un equipaggio di 138 uomini e armato con 20 cannoni in bronzo. Ritrovato nel 2011, è in ottime condizioni.

Grazie al lavoro dello storico Giuseppe Plaitano, proprietario dell’Archivio Giuseppe Plaitano riconosciuto dal Ministero dei beni culturali, il galone ha ritrovato anche i suoi natali che, per l’appunto, risalgano a Castellammare. E, ora, l’intera città viene a sapere che a Castellammare si costruivano navi ben prima dell’apertura del Real Cantiere Navale, completato nel 1783 per volere di Ferdinando IV.

Una scoperta che arriva alla vigilia del varo della nave Trieste, la più grande mai costruita nel cantiere stabiese e fiore all’occhiello della Marina militare.

Lo studio di Plaitano è nato incrociando i risultati di altri ricercatori spagnoli, gli archeologi Miguel San Claudio e Jose Luis Casabán. Alcuni documenti attestano la costruzione in Campania di otto galeoni alla fine del 1500 su volere di Filippo II, re di Napoli. Dopo la sconfitta dell’Armada Spagnola del 1588, infatti, Filippo II voleva ricostruire la sua flotta.

Secondo gli atti, gli otto galeoni vennero costruiti tra Napoli e Vietri sul Mare. Da ciò l’ipotesi dei ricercatori che almeno tre fossero stati realizzati a Castellammare di Stabia. Uno sarebbe proprio il Santiago de Galicia, varato nel novembre del 1590 sotto la direzione del maestro d’ascia Colea o Colela Bonifacio, mentre gli altri due sarebbero il Santissima Trinidad Y san Vincente, varato nel maggio 1592 dal maestro d’ascia Paulo delo Dolabe e il San Mateo Y san Francisco, varato nel luglio 1592 dallo stesso maestro d’ascia del Santiago, Colea o Colela Bonifacio.

Come si legge sull’Archivio Plaitano: “Per dimensioni il Santiago era la terza nave dell’intera flotta atlantica. Un’autentica meraviglia dell’ingegneria dell’epoca, con innovazioni come lo scafo a doppio rivestimento, in cui il piombo impediva l’attacco di organismi marini che avrebbero  frenato l’aerodinamica della nave, e una doppia copertura di sicurezza, situata sotto la linea di galleggiamento, che permetteva la galleggiabilità della nave anche dopo aver ricevuto una buona dose di artiglieria nemica".

Nel 1597, presso Falmouth, una forte tempesta costrinse il Santiago de Galicia a tornare in porto, ma, prima del rientro, fu attaccato da quattro navi che lo lasciarono gravemente danneggiato. Il galeone riuscì ad approdare alla Ria de Ribadeo, dove mise in salvo il suo equipaggio ma, a causa delle sue pessime condizioni, il 13 novembre del 1597 si inabissò.

Salvo poi venire riscoperto nel 2011 dal dall’archeologo subacqueo Miguel San Claudio. E chissà che, prima o poi, non riescano ad essere ritrovati anche gli altri due. Al momento, lo Giuseppe Plaitano auspica più che altro un gemellaggio con gli altri ricercatori. «Abbiamo già avuto dei contatti e speriamo di poter collaborare in futuro».


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