Stava scontando l’ergastolo nel carcere di Benevento, ma ieri è stato trovato morto nella sua cella. Si tratta di Vincenzo Guerriero, 37enne di Castellammare di Stabia.
Guerriero, alias ‘o cane, era stato condannato all’ergastolo, insieme a Pasquale Rapicano, dalla Quinta Corte d' Assise per l' omicidio di Pietro Scelzo avvenuto a Castellammare il 18 novembre 2006.
Scelzo, uscito di galera grazie all'indulto appena due mesi prima della sua esecuzione, era un ex affiliato dei D'Alessandro, passato tra le fila degli scissionisti che stavano riorganizzandosi per una guerra alla "famiglia" stabiese. Guerriero, venuto a sapere dei movimenti di Scelzo, riuscì ad organizzare l'agguato, non partecipandovi in prima persona. Troppo difficile per lui eludere la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, per questo l'esecutore materiale dell'omicidio fu il fedele amico, killer professionista, Pasquale Rapicano. Anch'egli pregiudicato, all'epoca dei fatti 26enne, raggiunse l'abitazione di Scelzo in tarda serata e lo freddò con diversi colpi d'arma da fuoco. Un'esecuzione di chiaro stampo camorristico che, però, pose la parola "fine" sulla guerra tra D'Alessandro e scissionisti degli Omobono-Scarpa. Da quel momento nessun altro omicidio, fino all'inizio delle nuove ostilità camorristiche avvenuto ad ottobre del 2009, culminate con l'uccisione del consigliere comunale Gino Tommasino.
Guerriero, fedelissimo del clan stabiese, fu arrestato dopo un intenso lavoro di intelligence, fatto di intercettazioni ambientali, rivelazioni, errori banali fatti dai due affiliati, responsabili dell'omicidio Scelzo. La polizia, in poche settimane, già il 17 gennaio 2007, riuscì ad arrestare con un blitz entrambi i pregiudicati. Proprio Vincenzo Guerriero era considerato uno degli elementi di spicco della cosca stabiese, nonostante la sua detenzione.