Immagine dal web non collegata alla notizia
Nove anni per Giovanni Grimaldi Lambiase e Antonio Maragas, otto anni e mezzo per Giuseppe Maragas. Sono queste le richieste di condanna della Direzione Distrettuale Antimafia formulate ieri nella prima udienza del processo contro i tre ras dei Cesarano che hanno seminato il panico nella periferia nord di Castellammare per gran parte del 2019.
Mano dura dell'accusa che punta così a infliggere un duro colpo alla cosca di Ponte Persica da sempre specializzata nel settore delle estorsioni. Grimaldi e il duo Maragas furono arrestati nel giugno dello scorso anno in flagranza di reato mentre riscuotevano il pizzo in un bar a confine fra Castellammare e Torre Annunziata. Ma per le forze dell'ordine, che hanno garantito il doppio arresto per i tre ras, le vittime sono state decine fra il 2018 e il 2019. Appena Lambiase lasciò il carcere, infatti, diede inizio alle estorsioni nel territorio stabiese sotto il benestare dei Cesarano. Il territorio da loro controllato era il quartiere Cmi che in quei mesi era diventato un vero e proprio bunker. Le indagini scrupolose di carabinieri e polizia hanno permesso di ricostruire gli episodi illegali e di garantire l'arresto ai tre estorsori. Per loro il processo parte subito in salita viste le richieste di condanna formulate.
Nel primo giorno d’estate, il Parco è stato restituito ai cittadini con l’esibizione degli studenti del Severi, Di Capua e Bonito-Cosenza per la Festa della Musica. Il sindaco: «Lo abbiamo fatto con le scuole, le associazioni e tanta gente. Ora avanti verso il recupero delle acque»