Cronaca
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Castellammare - Acqua della Madonna, via a nuove analisi. Si spera nella riapertura delle fonti

Da circa 2 anni chiuse. Il comune investe 28mila euro per controllare che nichel e radon siano ridotti.

tempo di lettura: 2 min
14/06/2023 09:37:14

Al via a nuove analisi alle acque minerali della Madonna ed Acetosella. Il Comune di Castellammare di Stabia ha affidato l’incarico di verificare la bontà delle due note acque stabiesi al fine di permetterne nuovamente la mescita ma, soprattutto, che le stesse rientrino nell’elenco delle acque minerali riconosciute dal Ministero della Salute. L’incarico è stato affidato alla CeSMA - Laboratorio A.C.E. dell’Università degli studi di Napoli Federico II per un importo di circa 28mila euro. La speranza è che, dopo alcuni interventi effettuati negli ultimi mesi, i valori di Nichel e Radon riscontrati nelle acque siano finalmente ritornati sotto la soglia consentita.

Un iter lunghissimo che va avanti ormai da 2 anni, periodo in cui anche le ultime 2 acque minerali di Castellammare di Stabia sono rimaste chiuse ed inaccessibili. Quello che sembrava essere un problema risolvibile in pochi mesi si è trascinato tuttora, con ulteriori sviluppi dettati dalla presenza di nuove sostanze inquinanti e nocive per la salute dei cittadini. Il Comune, grazie all’impulso dei commissari, ha accelerato per avviare le procedure relative alla realizzazione di uno studio di fattibilità per l’abbassamento dei valori di nichel e radon, quest’ultimo (gas radioattivo) riscontrato sopra i livelli massimi consentiti in occasione delle ultime analisi effettuati per l’Acqua della Madonna. Il radon, d’altra parte, è un gas che solitamente è presente “nel terreno, nei materiali di costruzione in tufo e nelle acque sotterranee”. Ma cosa abbia generato questa fonte di contaminazione non è semplice da definire, tenendo conto anche delle analisi effettuate un anno e mezzo fa che avevano invece evidenziato la presenza di un metallo pesante, il nichel, oltre la soglia massima concessa dai parametri normativi. In un primo momento all’epoca si era anche ipotizzata l’eventualità di scarichi alla sorgente, rispetto ai quali era stata avviata un’indagine per verificare se ci fossero reati ambientali in atto. Poi erano emersi anche i livelli notevoli di corrosione delle tubature, sostituite con i nuovi tubi in Pead (polietilene ad alta densità) per eliminare tutte le scorie e le presenze “esogene” lungo il flusso dell’acqua verso i punti di mescita. Ma tutto questo non è bastato ad evitare che l’Acqua della Madonna tornasse a contaminarsi. Poi è subentrata la presenza del radon che ha imposto il prolungamento del divieto di mescita per tutelare la salute dei cittadini, a seguito delle analisi disposte dall’Asl ed effettuate a lungo da Arpac. Una chiusura prolungata che ha quindi indotto il Ministero a depennare l’acqua dei navigatori dall’elenco delle acque minerali. Ora, con le nuove analisi, si spera che tutto ritorni finalmente alla normalità.

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