Sono 18 le case costruite in zone rosse (dove vigono vincoli geografici e archeologici o che sono minacciate dal rischio idrogeologico) che saranno abbattute nei prossimi due anni. Il Comune di Castellammare, su indicazione della Procura di Torre Annunziata, darà il via alla stagione delle demolizioni nei prossimi mesi grazie anche al lavoro del Commissario Gaetano Cupello. Quest'ultimo infatti ha stanziato ben 300mila euro per gli abbattimenti delle case abusive costruite tra Varano, Privati e Madonna della Libera. Nei prossimi mesi si cercheranno anche ulteriori fondi per poter garantire tutte le demolizioni che sono state indicate dalla Procura. I magistrati oplontini, per accelerare i tempi, hanno inviato un fascicolo a Palazzo Farnese contenente tutte le costruzioni che sono state dichiarate abusive dopo un processo in Tribunale. Ora tutto è nelle mani del Comune che probabilmente attenderà l'insediamento della prossima amministrazione prima di procedere. Tuttavia, la stagione degli abbattimenti, soprattutto nella zona di Varano, potrebbe garantire anche una rivalutazione dell'area archeologica come da tempo chiede la Soprintendenza di Pompei. Qualsiasi programma di rilancio degli Scavi di Stabia passa dalla demolizione di tutte le strutture abusive a due passi dalle ville. Un tema che senza dubbio sarà affrontato anche durante la prossima campagna elettorale. Vigile sulla questione è anche il comitato antiruspe "Diritto alla Casa Monti Lattari – Penisola Sorrentina", diretto da Michelangelo Scannapieco. Come annunciato a StabiaChannel nei giorni scorsi, l'associazione si batterà per proteggere le costruzioni che rischiano di essere abbattute anche se non si trovano in zona rossa. Il tutto in attesa della sanatoria promessa in campagna elettorale dal Silvio Berlusconi e Forza Italia.
Il tecnico delle vespe si congratula con la squadra di Conte e commenta la vigilia della semifinale play-off di ritorno. «A Cremona partita difficile, dobbiamo fare 98 minuti con il casco in testa, senza abbassare i ritmi. Fortini? Non condivido il suo post sui social»